Il Sindaco è il responsabile della condizione di SALUTE della popolazione del suo territorio. Il Consiglio Comunale condivide questa responsabilità. Allo stato attuale, per una modifica della legge 833/78 non sono più i Sindaci a gestire il Servizio Sanitario ma i direttori generali delle Aziende Sanitarie, ai Sindaci sono affidati dal DLg 299/99 poteri di programmazione, di controllo e di giudizio sull’operato del direttore generale delle Aziende Sanitarie dei loro territori.
I compiti del sindaco sono ampi, soprattutto il Sindaco deve conoscere la condizione di SALUTE della popolazione e deve attivare/implementare iniziative/strategie di promozione della SALUTE stessa, deve, inoltre, adottare provvedimenti se questa è minacciata (per es. emanare ordinanze contingenti ed urgenti, con efficacia estesa al territorio comunale, in caso di emergenze sanitarie e di igiene pubblica).
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) già nel 1946 definisce la SALUTE come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non soltanto l’assenza di malattia o infermità”. Attualmente tale definizione è tuttora valida, si è passati, però, dal vecchio concetto di “stato di salute” al concetto attuale di “condizione di salute”. Cioè, la SALUTE è un concetto dinamico, quindi questa può essere modificata in senso negativo dai fattori di rischio (ambientali, genetici, individuali non ereditari, comportamentali, etc.) o in senso positivo dai fattori salutogenici (che generano salute, benessere: fattori comportamentali, ambientali, libertà, indipendenza, autostima, relazioni interpersonali, coesione sociale, etc. e che vanno individuati e sviluppati in ciascuna comunità).
In relazione ai fattori salutogenici da sviluppare, l’OMS nel documento di Ottawa del 1986 indica alcuni prerequisiti senza i quali è impossibile esercitare il diritto alla salute: la casa, la scuola, i trasporti, la salubrità ambientale, la cultura, la sanità pubblica, l’assistenza sociale, etc. Non si tratta di opzioni, dipendenti dalla entità della finanza pubblica, ma di un diritto. Per lavorare su questo è necessario che vi sia il coinvolgimento e la partecipazione delle forze sociali organizzate. I movimenti e le associazioni sono i principali soggetti di partecipazione alla vita di un Comune.
E’ noto che a realizzare la condizione di SALUTE concorrono numerosi fattori determinanti raggruppati in categorie: determinanti sanitari, socio-economici, ambientali, individuali, comportamentali, etc. E’ altresì noto che il “peso” dei determinanti sanitari è da considerarsi minoritario (circa il 25%) rispetto a quello degli altri determinanti (circa il 75%). In altre parole questo significa che un eccellente servizio sanitario è in grado di contribuire solo per ¼ circa alla SALUTE dei cittadini, mentre il Sindaco e la Sua Amministrazione lo sono per i restanti ¾ o buona parte di essi.
Oltre all’importanza del concetto dinamico di SALUTE è da richiamare anche l’importanza del concetto olistico di SALUTE e cioè “il valore dell’insieme dei determinanti è superiore al valore della somma dei singoli determinanti” (per es.: il valore dell’organismo uomo/del corpo umano è molto superiore al valore della somma dei singoli organi che lo compongono). Cioè, un approccio intersettoriale integrato per la promozione della SALUTE (sull’ambiente favorevole, sui servizi sociali, sui servizi sanitari, sulla scuola, sul lavoro, sulla cultura, etc.) ha un valore superiore rispetto all’intervento sui singoli determinanti.
Si ricorda che la promozione della SALUTE è quel processo che conferisce alla popolazioni i mezzi per assicurare il maggior controllo sulla propria condizione di SALUTE e di migliorarla (OMS 1998).
E’ altresì utile ricordare che la SALUTE può essere misurata. Come? Tramite appropriate indagini epidemiologiche che ci consentono di quantificare indicatori del tipo: demografici, bio-fisiologici, sanitari, socio-sanitari, socio-economici, etc. La quantificazione numerica di tali indicatori è condizione essenziale per la programmazione, il controllo e la implementazione di qualsiasi intervento di promozione della SALUTE.
Quanto alle Società della Salute (SdS), esse sono da considerarsi una eccellente iniziativa della Regione Toscana sul piano teorico, mettere assieme i Sindaci e le Aziende Sanitarie per gestire e promuovere la SALUTE è quanto di meglio si possa realizzare. Sul piano pratico, però, i risultati raggiunti sono da considerarsi modesti in quanto solo il segmento dei servizi di assistenza alla persona è stato preso in considerazione e con modalità abbastanza disomogenee tra territorio e territorio. La SALUTE come sappiamo non è solo assistenza alla persona, ma è anche altro (avrebbero dovuto chiamarsi Società dei Servizi Assistenziali non SdS). Inoltre, i tempi di realizzazione delle SdS sono stati troppo lunghi ed i Sindaci troppo spesso hanno delegato alle Aziende Sanitarie la gestione e la direzione delle operatività senza assumersi pienamente i compiti di verifica e revisione strategica. L’esperienza è comunque positiva e va rivisitata dando maggior peso al ruolo dei Sindaci. Va inoltre rivisto l’obiettivo, allargare i servizi di assistenza alla persona ad altri ambiti contigui (socio-sanitario-culturale-etc.).
La tutela e la promozione della SALUTE dei cittadini è da considerarsi come la missione del Sindaco e del Consiglio Comunale, la visione strategica per tale missione non può prescindere dal concetto dinamico e dal concetto olistico della SALUTE, nè dalla collaborazione con le altre Istituzioni coinvolte (Regione, ASL, etc.).
Remo Severini
Cittadino, medico, sostenitore della candidatura Valentini