La Carovana Internazionale Antimafie, la cui prima edizione risale a 18 anni fa, è partita pochi giorni fa, il 10 aprile, da Roma e concluderà il suo viaggio l’11 ottobre in Sicilia, dopo aver attraversato tutte le Regioni d’Italia, con tappe anche in Tunisia e in Francia. In Toscana le tappe saranno articolate su dodici giorni, dal 12 al 23 aprile, toccando le zone dove si trovano beni confiscati alla criminalità organizzata, sessantuno in tutta la regione. Ad accompagnare i furgoni della carovana ci sarà anche una mostra, realizzata dalla Regione Toscana e dedicata ai campi di lavoro antimafia dello scorso anno. I dodici giorni toscani, compresa la tappa senese, saranno, poi, raccontati in un diario quotidiano che sarà pubblicato on line sul sito di Arci Toscana (www.arcitoscana.it) e della Cgil (www.cgiltoscana.it).
Caporalato e sfruttamento del lavoro al centro della tappa senese. La tappa senese sarà dedicata, in particolare, all’intreccio pericoloso fra organizzazioni criminali, sfruttamento del lavoro, caporalato e migranti, temi che toccano anche la provincia di Siena e sui quali occorre una presa di coscienza seria da parte di tutti, istituzioni, associazioni e cittadini. “La Carovana Internazionale Antimafie – affermano i promotori dell’iniziativa che toccherà Siena – rappresenta, da sempre, un impegno concreto per la legalità e la giustizia sociale contro ogni violazione dei diritti umani e civili e ogni attività illecita che passa dallo sfruttamento del lavoro e delle persone, a partire dai più deboli. Questa realtà, purtroppo, interessa anche il territorio senese e con la sosta della Carovana vogliamo tenere alta l’attenzione di tutti, nessuno escluso: ciascuno di noi, infatti, deve essere coinvolto in questa riflessione, sia come cittadino che per il ruolo che riveste nella società, dalle istituzioni alle associazioni, dai sindacati alle scuole, sia docenti che studenti. Al presidio che accompagna l’iniziativa, oltre ai promotori, sarà possibile anche parlare con chi sta partecipando alla Carovana, molti dei quali sono giovani impegnati nelle cooperative sociali che coltivano i terreni confiscati alle mafie e ragazzi che hanno partecipato ai campi di lavoro che ogni anno, anche grazie alla collaborazione della Regione Toscana, sono esperienze significative di vita da cui i partecipanti tornano arricchiti sotto il profilo umano e sociale”.
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