“Nessuno ha fatto per quattro volte il ministro con Berlusconi. Penso quindi di poter affermare di essere un alto dirigente del Pdl. Come tale dico che il tentativo di far sembrare anche noi coinvolti nelle vicende che stanno scuotendo la banca Monte dei Paschi è ridicolo. Pisaneschi? Lui non è certo espressione del Popolo della libertà toscano. Chi l’ha nominato? Non lo so, ma certamente non siamo stati noi”. Il senatore ed ex ministro Altero Matteoli ha fatto ieri tappa a Siena nel corso della campagna elettorale: “Abbiamo grande rispetto per l’istituzione Monte dei Paschi – aggiunge Matteoli – e siamo preoccupati per i 31mila dipendenti e per i correntisti della banca. Non vogliamo approfittare di questa vicenda a fini elettorali perché non vogliamo che si perda neppure un posto di lavoro. Ma non ci sto nel sentire che la sinistra scarica tutte le responsabilità solamente su Mussari. Ricordo bene che pochi anni fa tutti facevano la gara per farsi vedere accanto a Mussari o a braccetto con lui, mentre adesso ricordano che ha ritirato la tessera del Partito democratico. Io non sono uno di quelli che fa retorica anti-comunista, ma questo è un modo di fare tipico del comunismo. Si scaricano gli amici e quelli che un tempo erano parte del tuo gruppo”.
“Un’isola” Matteoli usa parole dure per descrivere ciò che a suo avviso è avvenuto negli ultimi anni a Siena. E l’ex ministro si arrabbia quando i giornalisti presenti gli pongono una domanda sulla presunta “scarsa opposizione” che il Pdl avrebbe fatto negli ultimi anni nei confronti della sinistra cittadina: “Cosa dovevamo fare? – dice -. Prima abbiamo candidato a sindaco Manganelli che è da una vita nel centrodestra senese. Poi abbiamo candidato Nannini, un uomo molto noto e apprezzato. Il fatto è che qui la sinistra ha gestito massicciamente ogni cosa. Noi non abbiamo mai potuto incidere. Qui il potere non era detenuto solo dai sindaci e dagli assessori, ma anche dai commessi comunali. Noi cosa dovevamo fare? Non è semplice vincere quando c’è una situazione di questo tipo. Siena è una città molto particolare, quando vengo qui mi sembra di arrivare in un’isola. C’è stata una connivenza, non dico a livello penale perché questo non spetta a me dirlo, ma a livello politico tra la banca e la politica. C’era un partito che gestiva la banca e quello non era certo il Pdl. Noi non abbiamo mai potuto mettere bocca nelle scelte della banca. Ma una banca non può farsi gestire da un partito a fini elettorali. Mi chiedo chi è stato finanziato in questi anni dal Monte dei Paschi”.
Futuro roseo? In questi giorni di tensione si prova anche a guardare al futuro. La conferenza stampa è quasi completamente incentrata su Siena e sul Monte dei Paschi, ma Matteoli non può non parlare delle elezioni politiche nazionali che si terranno tra poco più di una settimana: “Eravamo dati per perdenti in partenza – dice l’ex ministro – ma adesso c’è un clima diverso nel Paese. La partita si è riaperta. Il parlamento italiano è stato commissariato per un anno, adesso è tempo che torni la politica”.
E Neri? Si chiude ancora parlando di Siena. Si guarda anche oltre, verso le comunali di fine maggio. Il Pdl ha fatto sapere da tempo di non voler presentare il proprio simbolo e di voler andare alle urne con un listone civico con Eugenio Neri come candidato sindaco. A Matteoli piace questa scelta? “Sarà il Pdl senese a decidere – risponde – e a proporci come muoverci”. E poi ancora la banca: “Credo che questa scossa non potrà che fare bene. Mps può tornare ad essere una grande banca e io sono tentato dall’aprire un conto. Anzi, credo proprio che lo farò. Il nuovo management? E’ troppo presto per dare un giudizio”.
Gennaro Groppa
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