Meno ricoveri e più trattamenti in day hospital o presso i servizi territoriali. I disturbi schizofrenici lasciano il posto a depressione e ansia. E la Toscana è la regione in cui si registra il più alto consumo di antidepressivi. I problemi psichiatrici affliggono di più i maschi in giovane età, mentre le donne sono le più colpite dopo i 40 anni. In vent’anni è calato il ricorso al suicidio, anche se il fenomeno resta preoccupante in alcune zone montane. E’ il quadro della salute mentale in Toscana, tracciato da un’indagine dell’Ars, l’Agenzia regionale di sanitàdella Toscana.
L’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia ha presentato il convegno stamani, nel corso di una conferenza stampa, assieme al direttore dell’Ars Francesco Cipriani. E illustrato tutti i dati che al convegno verranno diffusi.
“Da molti anni gli studi mettono l’accento sull’aumento della diffusione dei disturbi psichici – dice l’assessore Sacramuccia – Lo studio condotto dall’Ars sarà per noi uno strumento prezioso per conoscere meglio il fenomeno in tutti i suoi aspetti e orientare le politiche sanitarie verso interventi sempre più mirati. Nei mesi scorsi, in occasione della stesura del nuovo Piano Sanitario e Sociale Integrato Regionale, anche la salute mentale è stata per noi oggetto di attenta riflessione. Nei prossimi anni, i servizi di salute mentale dovranno individuare le condizioni più diffuse e i disturbi più gravi, come una delle priorità del sistema socisanitario. Fondamentale è il lavoro di prevenzione, di riconoscimento precoce del disturbo, fin dalla prima infanzia”.
“Le stime sui dati epidemiologici internazionali e sui trend temporali evidenziano un quadro non ottimistico e su cui i ricercatori sono abbastanza concordi: nei prossimi decenni la depressione rappresenterà la prima causa di perdita di anni di vita in salute. In altre parole, la depressione sarà il problema sanitario e sociale più importante, superando anche i problemi causati da infarti cardiaci e incidenti stradali – osserva Francesco Cipriani – Per questo Ars segue con attenzione tutti i dati sul disagio psicologico nella nostra regione. Oggi anche con un occhio più attento all’impatto causato dall’attuale grave crisi economica, che incide sulla salute in generale, ma soprattutto su quella mentale”.
L’epidemiologia della salute mentale in Toscana
Secondo dati recenti (Eurobarometer 2010), i disturbi di salute mentale rappresentano un problema sanitario che coinvolge circa un cittadino su 10 dell’Unione Europea e, in molti stati, la depressione rappresenta il problema di salute più comune. La Commissione Europea ha svolto un’indagine specifica su 27 Stati membri, mostrando come la condizione di precarietà economica e lavorativa influisca profondamente sulla percezione del proprio stato mentale. La popolazione italiana sembra avere uno stato emotivo più negativo rispetto alla media europea, modificando così l’immagine di un popolo allegro, nonostante tutto. In particolare, nelle quattro settimane che precedevano l’intervista, soltanto il 33% ha riferito di non essersi sentito profondamente abbattuto (rispetto al 47% degli europei) e solo il 16% non si è sentito demoralizzato e triste rispetto al 35% della media europea.
Per quanto riguarda la Toscana, questi i dati che emergono dallo studio dell’Ars. Nel 2010 i pazienti che hanno fatto ricorso a un servizio territoriale di salute mentale sono stati circa 78.000 (di cui 23.423 minorenni e 54.245 maggiorenni), pari ad oltre il 2% della popolazione. Di questi, quasi il 40% risultano nuovi utenti.
Per quanto riguarda i ricoveri, l’andamento presenta una tendenza alla riduzione. Al decrescere dei ricoveri si associa un aumento dei trattamenti in regime di day hospital, che dal 2002 ad oggi sono aumentati di 9 punti percentuali (dal 17,9% del 2002 al 26,9% del 2010). Per i ricoveri, il rapporto tra maschi e femmine è di 3:2 nella popolazione minorenne e di 2:3 tra i maggiorenni. L’andamento nei ricoveri negli anni 1997-2010 presenta una tendenza alla diminuzione dei ricoveri per entrambi i sessi, con un tasso, nel 2010, di 36 x 10.000 abitanti, di gran lunga inferiore rispetto alla media nazionale di 44 x 10.000 abitanti. Tra i ricoveri, le donne rappresentano il 52,4% del totale sopra i 40 anni, mentre nel genere maschile i ricoveri nella prima infanzia risultano essere nettamente superiori.
Anche le patologie che portano al ricovero hanno subìto un’importante variazione nel corso degli anni, mostrando una netta diminuzione dei ricoveri per disturbo schizofrenico, che sembrano lasciare il posto al disturbo bipolare (psicosi maniaco-depressiva, che rappresenta la principale patologia di ricovero per entrambi i sessi) e ai disturbi d’ansia.
Antidepressivi: la Toscana si caratterizza per un consumo superiore rispetto alla media italiana: +50% circa, con sensibili differenze tra le diverse Asl. Il crescente utilizzo – osservano i ricercatori dell’Ars – sicuramente risente dei cambiamenti culturali avvenuti nel corso degli ultimi anni, in cui patologie come ansia e depressione risultano meno stigmatizzate dalla popolazione generale, che quindi ricorre con maggior facilità all’aiuto medico.
Suicidio: nei venti anni di osservazione (1988-2008) il ricorso al suicidio risulta ridotto di circa 4 punti percentuali, attestandosi, nel 2008, sul valore di 7 casi x 100.000 abitanti. Le politiche di prevenzione messe in atto in Toscana nel corso degli ultimi anni hanno evidentemente sortito effetti positivi.
Dal 1988 al 2008 in Toscana i suicidi sono calati da 314 nel 1988 (238 nei maschi e 76 nelle femmine) a 263 nel 2008 (205 nei maschi, 58 nelle femmine). Nei venti anni presi in considerazione, il tasso di mortalità per suicidio (numero di suicidi ogni 100.000 abitanti) è sceso da 10,5 a 6,8 (da 18,4 a 11,7 per i maschi e da 5,1 a 2,8 per le femmine). E la maggiore densità (con tassi tra 8,30 e 17,47) si rileva nell’area sud-est della regione, con particolare rilevanza nella zona dell’Amiata, e sulle montagne pistoiesi e casentinesi. Tra i fattori di rischio individuati dall’Ars, il sesso maschile, l’età avanzata, il basso grado di urbanizzazione, la condizione di isolamento. La primavera rappresenta il periodo dell’anno con il maggior numero di suicidi. Nei 6 mesi che precedono il suicidio, il ricorso ai servizi raddoppia. Nell’anno che precede l’evento, il ricorso ai farmaci è triplo rispetto alla media della popolazione toscana.
La salute mentale nella valutazione del MeS
Ormai da anni, nel sistema di valutazione delle performance della sanità toscana messo a punto ogni anno dal MeS, il laboratorio Management e Sanità della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, sono presenti anche indicatori volti a misurare alcuni aspetti relativi alla salute mentale.
Tra questi, il ricovero ripetuto di pazienti con patologie mentali nel corso del mese successivo alla dimissione (indice di una scarsa integrazione tra servizi ospedalieri e territoriali, e di una difficoltà di presa in carico del paziente da parte dei servizi di salute mentale territoriale): negli ultimi tre anni, i ricoveri ripetuti sono diminuiti, passando dal 15,6% del 2008 al 14% del 2010 (con valori disomogenei tra le varie Asl). Anche i dati relativi al ricovero ripetuto entro 7 giorni (che evidenzia problematiche legate a una dimissione precoce) sono lievemente migliorati (pur con grande variabilità tra Asl e Asl).
Anche dai dati MeS, in questo caso relativi al progetto proposto dalla Commissione d’inchiesta del Senato sull’efficacia e l’efficienza del Servizio sanitario nazionale, che si pone l’obiettivo di controllare la qualità dell’offerta dei servizi erogati dalle Regioni ai cittadini, la Toscana risulta essere la regione che ha il maggior consumo di antidepressivi. I valori dal 2000 al 2010 presentano un andamento in crescita per tutte le aziende sanitarie toscane.
Le iniziative della Regione
Lo scorso dicembre, la giunta ha approvato un delibera che destina 1.240.000 euro alle aziende sanitarie toscane, per iniziative per la promozione e la tutela della salute mentale: prevenzione e trattamento precoce del disturbi mentale, prevenzione dei disturbi del comportamento alimentare, percorsi riabilitativi e di socializzazione, progetti di ricerca, promozione di stili di vita sani e prevenzione dell’insorgenza del disagio e dell’emerginazione.
Inoltre, il nuovo Piano Sanitario e Sociale Integrato Regionale 2012-2015, che nei prossimi mesi sarà approvato dal Consiglio Regionale, dedica alla salute mentale un ampio capitolo, ponendosi l’obiettivo di accogliere i bisogni delle persone di ogni età con disturbi psichici e promuovere servizi finalizzati a percorsi di prevenzione e di ripresa.
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