Anche in vista dell’incontro pubblico di martedì 7 febbraio relativo al progetto di “Siena capitale europea della cultura 2019”, presso il Complesso museale del Santa Maria della Scala, a Uopini è stato presentato un libro appunto dedicato a questo tema. Presso la saletta dell’associazione Donatori di Sangue di Uopini la professoressa Gabriella Piccinni, nota medievista dell’Università di Siena, ha presentato il proprio libro “Citta murata, Città globale” (Salvietti & Barabuffi editore). Un pamphlet pensato apposta per sostenere l’aspirazione di Siena ad aggiudicarsi il prestigioso riconoscimento, partendo e rileggendo l’excursus storico della città e del suo territorio.
L’iniziativa è stata curata dall’Amministrazione Comunale di Monteriggioni, presente col sindaco e con l’assessore alla cultura Rossana Giannettoni. Il sindaco Valentini ha introdotto il dibattito ricordando la speciale relazione con Siena, visto che fu proprio per volontà del popolo senese (più ancora che dei suoi governanti) che fu fondato il Castello di Monteriggioni nel 1214, con un imprinting socio-culturale che ancora si respira. Nell’intervento di Valentini non poteva mancare il riferimento alla Via Francigena, sia per il messaggio internazionale di accoglienza e di melting-pot culturale nonché come leva di pianificazione urbanistica di salvaguardia e valorizzazione del paesaggio.
Rita Petti, presidente della Commissione Cultura del Consiglio Comunale di Siena, ha coordinato il dibattito aggiungendo un proprio contributo dedicato all’innovazione culturale che deve accompagnare l’orgoglio di un passato così significativo e di valore universale. L’autrice, Gabriella Piccinni, ha riassunto gli spunti principali del libro, che ruotano tutti intorno ad una citazione di Giacomo Leopardi: “quegli stranieri che più onorano l’Italia della loro stima non considerano l’Italia presente, cioè noi italiani moderni e viventi, se non come tanti custodi di un museo”. Secondo la professoressa Piccinni, invece, occorre andare oltre il ruolo del custode, perché il “passato non basta avercelo, bisogna anche sapere cosa farsene. Bisogna guadagnarselo … riuscendo a non essere solo museo”. Una della carte migliori da giocare nella competizione con le altre città italiane, altrettanto belle e note in Europa e nel mondo come Siena, è il Santa Maria della Scala, luogo unico ed evocativo, dove si è sviluppato un concetto ed una pratica del bene comune dove si è praticato il welfare prima del welfare”, iniziando a parlare di “economia dell’assistenza”, di “imprese della carità”, e così via. “Il fatto che una città sia bella e carica di storia, di per sé, può non contare nulla, rispetto a ciò che quella città è”.Guardando invece a cosa è diventata “Siena è oggi universalmente ammirata per il suo disegno urbano, per un tessuto stradale d’impianto medievale quasi intatto e per un patrimonio artistico ed etnografico di valore universale riprodotto nelle copertine dei libri di mezzo mondo”. Al termine del libretto, c’è poi un elenco di primati che vale da solo la lettura del libro. Vanno dal 1164 (la più antica documentazione conservata di una magistratura finanziaria comunale: la Biccherna) al 1965 (la prima città in Europa a chiudere al traffico delle auto il centro medievale). Anni intervallati da tanti altri record. Nel 1309, la prima traduzione in volgare delle leggi di una città italiana: il Costituto del comune di Siena volgarizzato. Nel 1472, il primo Monte dei Pegni in Italia nato per iniziativa municipale: il Monte Pio. Per soddisfare la curiosità degli altri primati, ha detto il sindaco, basterà leggere il libro.