Nel drappellone di Cesare Olmastroni e Cecilia Rigacci un omaggio al Palio e alla Madonna dell’Assunta

Quando due artisti legati, per nascita o cultura, alla terra di Siena si cimentano in quello che è considerato, per i senesi, una delle più grandi ambizioni non può nascere che un grande omaggio alla città e alle sue tradizioni.

Il drappellone realizzato per questo Palio ne è un esempio. Due personalità diverse: Cesare Olmastroni e Cecilia Rigacci. Come diversi sono i loro background. Ad accomunarli, nella loro diversità di genere, lo stesso amore per la grande Festa di Siena.

Olmastroni, nato come lui dichiara “con il pennello in mano”, ci ha regalato una Madonna antica; chiaro il suo amore per i grandi maestri del Trecento italiano come Simone Martini. Ma nella sua opera Olmastroni trasferisce la contemporaneità. Il volto dell’Assunta, come gli ovali delle senesi dell’oggi. Nel manto il disegno urbanistico di Siena, che ricorda il capolavoro di Ambrogio Lorenzetti nell’allegoria del Buon Governo. La Vergine si ammanta della città. La protegge in abbraccio corporeo che domina quasi la totalità della seta. Altro elemento da non tralasciare è l’inserimento dell’oro, nell’aureola e nel bordo del mantello. E’ applicato con maestria su una base di stucco, per esaltarne la lucentezza e contornare di riflessi un’immagine già bella di per sé. In basso l’araldica di rito: lo stemma della città, quello del Sindaco e dei Terzi. A fianco, con singolare creatività, l’araldica contradaiola. L’artista, infatti, non ha riportato il bestiario e neppure i colori delle dieci partecipanti alla Carriera, bensì squarci significativi dei rioni, come ad evidenziare la forza della storia nella vita del Palio. La concretizzazione di un sentire e di un vivere l’appartenenza ad una bandiera e, al tempo stesso, ad un’intera collettività.

Una sensibilità lirica di cui Cesare Olmastroni riesce a farsi perfetto interprete.

L’altra mano, quella di Cecilia Rigacci, dà vita, con un gioco di linee sinuose, all’offerta votiva che ogni senese aspira di fare in caso di vittoria.

Il cambio di stile è netto. Riecheggia il Liberty. Lo spazio del drappellone vede, nella parte inferiore, un paggio vestito con i colori di Siena. Porge un cuscino con sopra tutti gli stemmi delle Contrade. Tutti e diciassette perché tutti i popoli, insieme, sono devoti alla Madonna Assunta, rappresentata, in alto con i lineamenti di una giovinetta vestita con il colori del cielo su un fondo leggermente più scuro. E’ a lei che la città rivolge l’offerta votiva. L’immagine appare come in un sogno. Onirica. Come miniature, ai piedi del paggio, il vessillifero del Comune e il comandatore. Due figure cariche di simbolismo per lanciare un messaggio quanto mai di attualità: coraggio e non guerra per superare il momento difficile che la città sta attraversando. Sul lato opposto un accenno alle colonne del Duomo: la sacralità del luogo dove si svolge il momento raffigurato.

Preziose le rifiniture e i particolari dipinti. Antiche perline in vetro di Murano, oro, coralli rosa e merletti, impreziosiscono il suo lavoro, che risulta accurato in ogni minimo particolare, come lo sfondo, che ripropone, in verde chiaro, un’antica trama in seta. E’ il Pallium, il tessuto sacro che ospita la scena dell’offerta.