La sala operativa ha continuato a lavorare presso il Comando della Polizia Municipale, in Piazza Grande, rinforzata dalla presenza dei volontari della Protezione civile. I numeri di telefono aperti per tutte le segnalazioni sono 0578 712231, 712232 e 757452.
Per tutti, compresi gli operatori comunali, in servizio senza eccezioni con i mezzi meccanici o con le pale lungo i 200 chilometri di strade comunali, giornata di 18 ore lavorative con turni spesso saltati per la volontà di rendersi utili nell’emergenza.
Intorno alle 17.00 il Sindaco ha potuto dichiarare che “nessuna abitazione è più isolata, abbiamo raggiunto le case dalle quali ci sono giunte richieste di assistenza, spalando l’enorme massa di neve. Rinnovo l’invito, ancora più pressante – prosegue Rossi – a mettersi in movimento solo per cause di assoluta necessità. Alle quote collinari sono obbligatorie per le auto le catene montate o le gomme da neve. Dobbiamo evitare al massimo il traffico e le situazioni di potenziale pericolo e lasciare libere le strade ai mezzi di servizio e di soccorso”.
Sono proprio queste le motivazioni che hanno indotto il Sindaco a prolungare di un giorno l’ordinanza che, fino a ieri (giovedì), aveva disposto la chiusura di tutti gli uffici pubblici del territorio (Comune, Asl, Uffici Giudiziari, Agenzia delle Entrate, INPS etc.): “Dobbiamo salvaguardare l’incolumità dei dipendenti e degli utenti e ridurre il movimento”. Come è noto, le scuole rimarranno chiuse fino a sabato; tempo permettendo, l’attività didattica riprenderà dunque lunedì 6 febbraio.
Insieme alla viabilità, l’altra priorità rimane l’allarme-energia elettrica: “Fortunatamente – è sempre il Sindaco Rossi a parlare – il nostro Comune è stato appena sfiorato da questo problema che ha colpito molto più pesantemente altre aree della provincia. Dai dati che ci ha fornito l’ENEL le 177 utenze ancora isolate dovrebbero essere riallacciate intorno alle 20.00 di questa sera (ieri sera, per chi legge, n.d.r.)”.
“Nessuno ha usufruito della possibilità di fare riferimento agli Ospedali Riuniti di Nottola per ricevere un pasto caldo e un posto per la notte; probabilmente la catena di solidarietà scattata verso le famiglie rimaste al buio e al freddo tra parenti e amici e le difficoltà di circolazione hanno impedito il ricorso a tale possibilità; l’ospedale rimane comunque allertato per tutte le necessità”.
“La macchina sanitaria ha risposto bene” afferma il dott. Gabriele Vernarecci, Direttore del Presidio. “Ogni 4 ore viene effettuato un monitoraggio complessivo che finora non ha rilevato problematiche particolari: massima attenzione è stata dedicata mercoledì alla viabilità e ai quei pazienti la cui terapia è legata all’utilizzo dell’energia elettrica nelle abitazioni. Abbiamo accolto al pronto soccorso i malati che hanno bisogno del respiratore artificiale mentre la macchina organizzativa pubblica e del volontariato ha consentito ai medici rimasti bloccati dalla neve di raggiungere l’ospedale ed ai pazienti che devono sottoporsi a dialisi di effettuare la terapia”.
Come avviene sempre in circostanze simili, la gestione dell’emergenza viaggia di pari passo con le previsioni: “L’ondata di gelo deve ancora arrivare – afferma Rossi – e quindi sappiamo che ci attendono ancora ore di massimo impegno. Per i ringraziamenti ufficiali ci sarà tempo, intanto la rinascenza dell’Amministrazione va a tutti quei cittadini che hanno svolto con diligenza e senza clamore il proprio compito, liberando dalla neve gli accessi alle case, ai garage etc. soprattutto in presenza di anziani. Per i prossimi giorni preghiamo gli abitanti del centro storico di portare i rifiuti ai cassonetti visto che fino al completo ripristino della circolazione non sarà effettuato il ritiro porta-a-porta”.
Non meno delicata, infine, l’azione in favore delle persone più deboli. “Abbiamo proseguito il servizio di consegna dei pasti caldi a domicilio – spiega Tiziana Terrosi, Assessore al Sociale – magari arrivando in ritardo nelle località più distanti o rese più difficilmente raggiungibili dalla neve, ma comunque arrivando. Per una persona sola, l’arrivo del volontario con il pasto in una situazione di così forte disagio è un sollievo, non solo alimentare. Con il personale dei servizi sociali della ASL abbiamo poi rivolto particolare attenzione alle situazioni di disagio più marcato, portando stufe alle famiglie con i bambini e facendo comunque sentire la vicinanza del sistema pubblico”.
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