Il Governo Monti si appresta a varare la seconda fase della propria azione, quella delle “liberalizzazioni” che mira a ridurre diritti e a rendere definitiva la privatizzazione dei servizi pubblici locali. Con l’articolo 20 della bozza di decreto il Consiglio dei Ministri si attaccano direttamente i risultati del referendum di giugno. Si tenta di ostacolare definitivamente le gestioni dirette degli enti locali attraverso enti di diritto pubblico quali le aziende speciali. Un attacco diretto alle esperienze come quella del Comune di Napoli che ha trasformato l’azienda “Arin S.p.a.” in “Acqua Bene Comune Napoli”, per evitarne la proliferazione sul territorio nazionale.
Giovedì 19 gennaio a Siena durante il presidio contro i tentativi del governo Monti di agire in modo difforme dal voto referendario sull’acqua, una delegazione del Comitato Senese Acqua Bene Comune è stata ricevuta dal Prefetto, la dott.ssa Gerarda Maria Pantalone. I delegati hanno ribadito che l’esito dei referendum è stato chiaro e che nessun governo può, senza andare contro la costituzione, legiferare in senso contrario a quanto sancito dal voto popolare. Il Prefetto ha ascoltato con attenzione, ha chiesto di avere fiducia nelle istituzioni, locali e nazionali e si è impegnato a trasmettere al ministro di riferimento, quello dell’interno, la lettera rivolta al capo del governo ed al ministro dell’economia che i delegati le hanno consegnato al termine dell’incontro.
Anche in Toscana il profitto non è stato eliminato dalle tariffe idriche e la ripubblicizzazione del servizio viene ostacolata. La Regione Toscana, in modo del tutto contrario rispetto al voto della maggioranza del popolo toscano, ha deliberato di costituire un ATO unico regionale per la gestione dei Servizi Idrici Integrati; questa volontà centralistica, che punta alla prospettiva di un gestore unico, espropria gli enti locali e le comunità ed è quanto di più lontano dalla possibilità di una gestione pubblica e partecipata del bene comune acqua.
L’Assemblea dell’Ato Ombrone 6 (comuni di Siena, Grosseto e Amiata) invece di farsi espressione degli interessi della collettività e del rispetto della democrazia ha deliberato l’aumento delle tariffe del 17% nei prossimi 3 anni. Lo scorso 6 dicembre l’assemblea dei sindaci dell’Ato 2 (Basso Valdarno, ma anche San Gimignano e Poggibonsi) ha votato all’unanimità la proroga di 5 anni (dal 2021 al 2026) della concessione già ventennale della gestione del servizio idrico ai privati di Acque SpA garantendo altri anni di profitti su un bene primordiale come l’acqua. É questo il modello di Democrazia che vogliono fare rispettare i nostri sindaci?
Chiediamo ai partiti dentro e fuori il Parlamento – a partire da quelli che hanno votato “Sì” al referendum – alle forze sociali e sindacali, di prendere posizione per il rispetto del voto democratico del popolo italiano.
Invitiamo le donne e gli uomini di questo Paese a mobilitarsi per la difesa del voto referendario, a esporre nuovamente le bandiere dell’acqua, a firmare l’appello lanciato dal Forum dei Movimenti per l’Acqua pubblicato su www.acquabenecomune.org e aderire alla campagna di obbedienza civile che a breve partirà anche a Siena.
Oggi più che mai non rassegniamoci ma organizziamoci perché si scrive acqua ma si legge democrazia.
Comitato Senese Acqua Bene Comune
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