Il 6 dicembre alle ore 16.00 si terrà un presidio unitario, di tutte le organizzazioni presenti sul territorio, per contestare l’inaugurazione dell’Anno Accademico dell’Università degli Studi di Siena.
All’inaugurazione avrebbe dovuto partecipare anche il Ministro dell’istruzione Profumo, la cui presenza invece alla fine non sembra garantita.
Pare essere una caratteristica dell’attuale Governo quella di evitare incontri pubblici nei quali i rappresentanti rischiano, inesorabilmente, di essere contestati.
La bella e tranquilla Siena sarebbe stata un palcoscenico perfetto per la propaganda e l’autoincensamento governativi. Ma anche nella nostra città, come in molte altre, si è creata una naturale mobilitazione al fine di contestare i rappresentanti – non eletti – di questo governo, spinti a preferire di disertare o inviare altri delegati piuttosto che subire le prevedibili e inevitabili critiche.
Risulta evidente la ben poca importanza che riveste il contatto con la società civile per il Ministro;
il suo assenteismo reiterato, come quello degli altri rappresentanti di governo, smentisce lo stesso titolo di cui sono stati non democraticamente investiti.
La mobilitazione non si ferma qui e, anche se alla fine dovesse essere confermata, non sarà l’assenza del Ministro Profumo a far tacere la voce di chi si oppone alle politiche di distruzione dei diritti di lavoratori attuali e futuri.
Inaugurare l’Anno Accademico dell’Università con la presenza di colui che sta smantellando l’istruzione pubblica equivarrebbe per noi ad un affronto alla nostra dignità di cittadini.
Ministro o no, le motivazioni alla base della nostra protesta rimangono ugualmente valide.
Ciò che verrà compiuto nel palazzo del Rettorato sarà contestato e fronteggiato con la forza della lotta e della solidarietà tra lavoratori, studenti, pensionati, precari, disoccupati e immigrati ugualmente sfruttati ed oppressi dalla classe dirigente. Scendiamo in piazza davanti al Rettorato, il 6 dicembre ore 16:00, come gli studenti e i lavoratori di tutta Italia, contro le politiche di austerity e contro le logiche neo-liberiste che mercificano lavoro, saperi, diritti. Contro la devastazione del nostro presente e del nostro futuro.
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