Trenta giorni. Nulla se considerata l’esistenza di un’intera vita, un’enormità se pensiamo che questo è il tempo trascorso da quando i lavoratori Siena Biotech hanno deciso come forma di protesta di occupare l’edificio in cui si è sviluppata fino ad oggi la loro attività.
Una protesta pacifica messa in atto con un principale obiettivo: sensibilizzare l’opinione pubblica sulla loro situazione di lavoratori, per denunciare l’incuranza dimostrata dai vertici della Fondazione Monte dei Paschi nel momento in cui hanno deciso di decretare la fine della Siena Biotech e il licenziamento di 50 persone.
Ironia della sorte, appena due settimane fa, mentre questi lavoratori portavano avanti la loro lotta di civiltà in qualità di ricercatori scientifici, il 28 febbraio a Roma si celebrava la Giornata delle Malattie Rare: già, proprio l’ambito specifico di ricerca dei dipendenti Siena Biotech. Se a questo aggiungiamo che nei prossimi giorni saranno promosse occasioni pubbliche per far conoscere il progetto di costituzione in Toscana della Pharma & Devices Valley, davvero c’è da domandarsi quale congiura sia stata ordita verso quei lavoratori che dovrebbero essere viceversa innalzati ad emblema positivo di queste meritevoli iniziative.
Anche se il termine “valle” poco si addice al nostro territorio, l’intenzione è lodevole: fare della Toscana un luogo di attrazione, produzione farmaceutica e ricerca nel campo delle scienze della vita, e Siena, senza ombra di dubbio, ha tutte le caratteristiche per essere al centro di questo progetto.
Possibile che a livello politico-istituzionale si continui ad avere un atteggiamento tanto provinciale? E’ verosimile che non si riesca a capire che dal salvataggio della Siena Biotech passa il rilancio economico e occupazionale di questo territorio e come questo settore sia un volano dalle potenzialità enormi tramite il quale rimettere in moto tanti altri comparti? Pensiamo ai servizi, alla sanità, alla meccanica di precisione, ad alcune filiere del vetro, tanto per citarne alcuni…
Questa città deve scrollarsi di dosso il torpore in cui è da tempo caduta, serve un po’ di coraggio, di sana ambizione, volersi lasciare alle spalle il timore di non farcela, ritrovare l’entusiasmo necessario per incamminarci a testa alta verso nuovi obiettivi.
Questo è il messaggio dei lavoratori di Siena Biotech, che continueranno a lottare per il loro futuro, ma forse anche per quello di tante altre persone.
Marco Goracci, Segretario generale Filctem CGIL Siena
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