Come si dice, alla fine siamo arrivati al dunque. Il Prefetto Enrico Laudanna ha approvato il bilancio consuntivo del 2011 in forma identica a quella che, alcuni mesi fa, era stata presentata dalla giunta Ceccuzzi, la cui bocciatura provocò la crisi dell’amministrazione. Si è ripetutamente sostenuto, da parte dei responsabili della crisi, che tutto sarebbe avvenuto per una questione tecnica. Poiché l’operato del Commissario ha un carattere tecnico, ne deriva che chi non votò il consuntivo sbagliò tecnicamente, oppure – cosa molto più probabile, per non dire certa – obbedì a logiche di interesse – personale o di bottega politica – che nulla avevano a che fare né con lo stato dei conti del Comune, né tanto meno con l’interesse superiore della comunità. I danni derivati da questo comportamento sono evidenti. Siena, a causa della natura dell’istituto commissariale a cui è stata assoggettata, è scomparsa da molti ambiti decisivi. Ad esempio, non ha potuto dire la sua sulla brutta legge che rischia di toglierle la funzione di capoluogo, si è presentata indebolita agli incontri sui servizi (sanità, trasporti, acqua), non ha più avuto un luogo di discussione istituzionale dove esprimere giudizi sul futuro di MPS e dei suoi lavoratori, o esaminare e concordare le misure destinate al necessario riequilibrio delle finanze comunali bilancio. Insomma, quei consiglieri che hanno tolto la voce al sindaco, l’hanno tolta anche a se stessi e ai cittadini che li avevano eletti. Come risultato non c’è male.
L’approvazione del consuntivo costituisce comunque uno spartiacque davvero importante. Qualche mese fa il PD aveva chiesto di andare al voto prima possibile per ristabilire la normalità democratica. Il PDL, da parte sua, aveva mobilitato i suoi pezzi da novanta di livello nazionale per stoppare questa eventualità. Oggi, con la finestra elettorale del Lazio e con la questione bilancio comunale chiusa, la prospettiva riprende nuova forza. Perché prolungare oltre il necessario ciò che necessario non era, e cioè la fase di commissariamento? Timore, impreparazione, attesa messianica di qualche evento straordinario? Qualunque sia la risposta, ancora una volta l’interesse della comunità senese c’entra poco.
Per parte sua il PD – convinto di essere in grado, a partire dal riconoscimento degli errori in cui è caduto, di poter governare Siena nei prossimi, difficili anni continuando sulla via del cambiamento avviata dalla giunta Ceccuzzi – ha già delineato e avviato il percorso con il quale presentarsi agli elettori, insieme alle forze politiche di centrosinistra e ad eventuali gruppi di cittadini che intendano dare il loro apporto di idee: primarie di coalizione per la scelta del candidato sindaco, primarie di partito per selezionare i propri candidati al consiglio comunale, in modo da raccogliere energie e persone nuove e, al tempo stesso, evitare di l’inquinamento delle logiche da conventicola che hanno portato a questi mesi non certo luminosi.
Alessandro Orlandini, membro direzione Unione comunale del Pd di Siena
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