Un palio da 10 e lode. Dieci e lode anzitutto all’organizzazione che, gestendo con intelligenza il programma della festa, ha evitato un sicuro rinvio dopo che alle 17.30, appena terminata la carriera decisiva, il cielo, che si era fatto di ora in ora più minaccioso, ha scaricato su Torrita di Siena una pioggia sempre più intensa.
Dieci e lode anche ad Alessandro “Cobra” Guerrini, 26 anni, aretino di Cortona, che con una prova di gran classe ha regalato alla contrada di Porta Nova il secondo successo consecutivo nel Palio dei Somari, firmando un bis che porta a tre le sue affermazioni personali e lo proietta definitivamente nel ristretto novero dei migliori fantini di sempre.
Punteggio massimo anche all’elegante contrada cittadina che, nel momento di travolgente euforia, non ha dimenticato il suo Presidente Ivo Pieri, convalescente dopo un intervento chirurgico, e ha deviato il primo corteo della vittoria per rendere omaggio al grande assente.
La lode spetta anche a tutti e otto i fantini che sul tufo hanno tenuto un comportamento impeccabile, anche nei momenti più concitati, sicuramente per evitare di incappare nelle pesanti conseguenze che il regolamento prevede per le infrazioni più gravi, ma anche per dimostrare la propria capacità di essere corretti ed hanno così stemperato la tensione che aleggiava sul campo di gara.
E, infine, dieci e lode alle contrade torritesi che, proprio nel momento più difficile, dopo un anno contrassegnato da polemiche per le penalizzazioni inflitte in seguito alla corsa 2012, hanno saputo tirar fuori quella compattezza e quell’attaccamento alla festa che ne costituiscono la principale cifra distintiva.
Può dunque ritenersi ampiamente soddisfatto Rodolfo Damigelli, da pochi mesi al vertice dell’Associazione Sagra di San Giuseppe, non solo per il bilancio di questa edizione ma per essere riuscito ad imprimere una nuova svolta al Palio dei Somari, coinvolgendo nella festa tutte le Istituzioni del territorio (per prime il Comune e le Scuole) e tante associazioni che l’hanno così sentita ancora di più patrimonio dell’intera comunità.
E’ stato un Palio-sprint, capace di rispettare al minuto i tempi, preceduto da un sabato di stampo primaverile che ha richiamato verso la cittadella medievale migliaia di spettatori. Talmente tanti che molti, pur di vivere il clima della festa tra gli antichi palazzi ed i suggestivi vicoli (che qui si chiamano borghi), si sono dovuti accontentare anche solo di gettare un’occhiata verso Piazza Matteotti. Sul centralissimo lastricato prima è sfilato il corteo che ha accompagnati i commensali verso il suggestivo Banchetto medievale, poi è stato presentato il panno in onore di San Giuseppe dipinto dalla 2.a media, sez. A, dell’Istituto Parini e, infine, è andata in scena la spettacolare sfida tra i quartetti di sbandieratori e tamburini delle otto contrade.
Ma su tutti incombeva l’incognita-meteo, sotto forma di previsioni infauste per la domenica pomeriggio. Cosi il Presidente Damigelli, d’intesa con il suo staff (la vice Federica Goti, Riccardo Roghi e Loris Peruzzi) e con gli otto Presidenti di contrada, dopo aver lasciato che la mattinata scorresse secondo copione, a tratti anche illuminata da un sole tiepido, ha impresso una decisa accelerazione a tutto il cerimoniale. “Non possiamo ulteriormente sfidare la sorte” ha detto Damigelli mentre l’orizzonte si faceva sempre più cupo e così, esaurito il cerimoniale delle premiazioni, le gare si sono succedute a ritmo incessante, rivelando un altro aspetto del palio, ancor più elettrizzante grazie al ritmo serrato.
Le batterie sono state vinte da tre della quattro contrade partite con l’handicap, frutto dei verdetti emessi dopo la corsa 2012, con buona pace di chi prevedeva verdetti scontati a danno delle penalizzate e della credibilità della sfida. Così Stazione, Cavone e Porta Nova sono volate direttamente in finale insieme a Le Fonti mentre l’ultimo posto disponibile per la manche decisiva se l’è guadagnato, nel ripescaggio, Porta a Pago, costretta a sostituire all’ultimo secondo il fantino titolare Franco Cirelli, indisponibile per motivi personali, con Roberto Giommetti.
La finale, disputata sotto un cielo ormai plumbeo e davanti a tribune stracolme di pubblico, è stata il degno coronamento di questo palio da 10 e lode: spettacolare e combattuta, ha visto ben quattro contrade protagoniste. Mentre Porta a Pago rimaneva inesorabilmente attardata, Stazione, con Valentino “Pirata” Bussu, ha condotto brillantemente per tre giri, sempre inseguito da Porta Nova, da Cavone, con Andrea “Drago” Peruzzi, e dal somaro scosso de le Fonti, che aveva disarcionato il fantino Michelangelo “Fracassa” Goracci.
Poi, proprio all’inizio del quarto ed ultimo giro il Cobra è scattato: memore anche degli insegnamenti del concittadino “Bucefalo”, vittorioso per l’Aquila nel Palio di Siena del 1988, ha fiancato la docile e veloce cavalcatura (per ironia della sorte, di nome proprio Aquila), ha sorpassato Pirata e si è involato verso il successo. Quasi commovente la prova del somaro scosso delle Fonti che all’imbocco dell’ultima curva ha sopravanzato per qualche metro in fantino in bianco-nero, poi si è bloccato e ha consentito a Guerrini di assaporare il secondo successo consecutivo.
La pioggia che immediatamente dopo ha cominciato a cadere con intensità crescente su Torrita non ha raffreddato la gioia di Porta Nova che ha inscenato cortei fino a sera, accompagnando l’esultanza – alla quale si sono unite tutte le contrade – con le immancabili libagioni.
Festa doppia per il centralissimo quartiere che ha avuto in Enrico Buracchi un autentica guida in assenza del Presidente Ivo Pieri e che ha celebrato anche gli sbandieratori Paolo Betti e Edoardo Boni.
Le altre vittorie sono andate ai tamburini de Le Fonti, Ettore Cassioli e Lorenzo Papini, all’intero ensamble di Porta Gavina (Michele e Marco Meucci, Nicolò Grazi e Fabio Falini), per il sincronismo tra sbandieratori e tamburini, e ai figuranti della Stazione, che si sono aggiudicati il Premio Gattamelata per la migliore comparsa.