“All’interno del circolo – continua Pallecchi – trovano spazio, ogni giorno, attività culturali, sociali e ricreative organizzate dal circolo e da numerose associazioni del territorio, iniziative dedicate alla legalità in collaborazione con Libera e altri momenti di socializzazione e di aggregazione. Un esempio è il progetto ‘Quartieri solidali’, finanziato dal Cesvot, che rappresenta un’offerta culturale per le persone anziane promossa in rete con altri circoli Arci del territorio senese. Nel corso degli anni – aggiunge Pallecchi – l’Arci provinciale e i parlamentari espressione del territorio si sono impegnati per tutelare il circolo e le sue attività. Dallo scorso giugno, quando l’Agenzia del demanio ha avviato la rinegoziazione del canone di locazione, la questione è stata seguita in particolare dall’onorevole Susanna Cenni, che sta ancora monitorando la vicenda in modo assiduo e costante insieme a noi. Il valore sociale di questo circolo appartiene alla città di Siena e siamo pronti a difenderlo con ogni mezzo, insieme alla città e a tutti coloro che vorranno essere al nostro fianco”.
La storia. La situazione che il circolo “Il Risorgimento ai Due Ponti” sta vivendo da alcuni decenni è paradossale, come emerge dalla ricostruzione della storia dell’edificio e del circolo. La Società Due Ponti nasce nel 1908 ed è la prima società di mutuo soccorso di Siena, tesa a promuovere attività di ricreazione e aggregazione sociale, oltre ad assistenza in caso di malattia. Nel 1910 l’allora presidente del circolo acquista il terreno dove sorge attualmente la struttura in nome e per conto della Società. Nel 1942 i locali vengono requisiti dal Partito nazionale fascista, che lo trasforma in Casa del Fascio, ma nel 1944, con la caduta del regime, tutti i beni acquisiti arbitrariamente dal partito di Mussolini vengono devoluti al demanio pubblico, anziché tornare ai legittimi proprietari. Successivamente, lo Stato italiano, tenendo conto della valenza di uso sociale e collettivo del bene, affitta l’edificio alla società Due Ponti, che nel frattempo ha ripreso la sua funzione e le sue attività originarie, chiedendole un canone di locazione simbolico.
Nel 1967 la Società Due Ponti aderisce all’Arci e nel 1978 – con l’abrogazione della legge numero 159 del 1944 che ha permesso fino ad allora alla società Due Ponti di mantenere la gestione delle attività sociali ed assistenziali – viene meno il diritto di prelazione per “servizi pubblici o a scopi di interesse generale” a favore degli enti locali in caso di alienazione dell’edificio e il canone di affitto viene definito in relazione alle quotazioni di mercato. Grazie all’impegno delle istituzioni locali e della comunità cittadina, nel 2005 viene stipulato un contratto tra il circolo Due Ponti e la società demaniale dello Stato che fissa un canone sostenibile per il circolo e ne riconosce l’utilizzo a fini sociali, ricreativi e culturali. Nei mesi scorsi l’Agenzia del demanio avvia una rinegoziazione del canone di affitto, giunto a scadenza, a un prezzo di mercato che si prospetta non congruo per il circolo se non interverranno altri elementi che ne riconoscano, ancora una volta, l’attività a fini sociali e a beneficio di tutta la comunità senese. Da qui la presa di posizione dell’Arci provinciale, pronta a difendere la storia e il valore decennali di una struttura consolidata nel tessuto sociale e aggregativo della città.
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