“In Italia, in Toscana e anche a Siena – spiega Luisella Brivio della Segreteria confederale della CGIL senese – ci sono aziende confiscate con grandi potenzialità che però sono ferme, con il rischio di perdere la possibilità di ricollocarsi in un mercato legale e di lasciare i lavoratori privi di ogni tutela, perdendo così anche professionalità importanti. In provincia di Siena sono tre, già inserite nell’Agenzia Nazionale per le aziende confiscate: l’Azienda agricola di Suvignano a Monteroni d’Arbia, un’altra azienda agricola ubicata nel Comune di San Gimignano e un’attività immobiliare presente nel Comune di Chianciano Terme. Anche la nostra realtà non è quindi esclusa dal fenomeno mafioso e in momenti difficili come questo, caratterizzato da una crisi economica profonda, è molto più facile il rischio di immissione di denaro sporco”.
A Siena si è costituito un comitato di cui fanno parte, insieme alla CGIL, le associazioni ARCI, LIBERA, AVVISO PUBBLICO, ACLI, S.O.S. IMPRESA, LEGA COOP, CENTRO STUDI PIO LA TORRE e ANM.
“La raccolta firme – illustra Serenella Pallecchi, Presidente dell’ARCI senese – partirà giovedì 28 febbraio dalle ore 16 alle ore 20 in Piazza Salimbeni a Siena, per poi proseguire il 20 marzo e l’8 aprile. Dobbiamo impegnarci tutti per contrapporre lavoro e sviluppo alla prepotenza mafiosa, per questo le aziende sequestrate e confiscate possono diventare un modello per la lotta alla mafia. Ciò può essere realizzato facendo diventare queste aziende dei presidi di lavoro legale e dignitoso e per fare questo occorre l’impegno di tutti gli attori coinvolti, istituzionali e non”.
“Le esperienze di cooperative di giovani che hanno lavorato e lavorano sulle terre confiscate – aggiunge Luisella Brivio – ci dimostrano che ciò è possibile. Dobbiamo però garantire loro tutti gli strumenti necessari a sostegno di chi si impegna per restituire alla collettività i beni e le aziende confiscate alle mafie”.
I punti fondamentali della proposta di legge sono:
promuovere una ristrutturazione aziendale dal punto di vista economico, utilizzando anche parte dei capitali sequestrati;
combattere il lavoro nero, creando anche percorsi di agevolazioni alla regolarizzazione;
incentivare un uso sociale delle aziende (cooperative di lavoratori che rilevano l’azienda);
costruire percorsi di formazione per i lavoratori;
costituire a livello nazionale una banca dati delle aziende sequestrate (potrebbe diventare un utile elenco di fornitori);
istituire presso l’Agenzia Nazionale un ufficio dedicato alle attività produttive e alle relazioni sindacali, per fornire il supporto necessario a scongiurare il fallimento;
valorizzare il territorio, rendendo le aziende confiscate una nuova possibilità di sviluppo coinvolgendo tutti gli operatori;
tutelare i lavoratori, penalizzati anche dalla riforma Fornero che abolisce l’accesso agli ammortizzatori per i lavoratori di aziende sequestrate o confiscate;
estendere e rafforzare il rating di legalità per le aziende sequestrate e confiscate, garantendo agevolazioni fiscali a chi commissiona loro lavori.
“La campagna non sarà facile – conclude la sindacalista della CGIL – ma l’obiettivo che vogliamo raggiungere è molto importante e di grande sostanza, quindi lavoreremo tutti insieme perché anche Siena possa fare degnamente la sua parte. Proprio per questo abbiamo attivato per l’occasione un indirizzo di posta elettronica presso il quale è possibile comunicare con il comitato senese: ioriattivoillavoro.siena@gmail.com”.
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