Parte online la campagna sul progetto di riordino delle Province

“Per Siena capoluogo: dal pasticcio alla riforma”. E’ questo il titolo della mobilitazione pubblica, aperta ai cittadini, a tutte le forze politiche, sociali ed economiche, lanciata dal Partito democratico per far sentire le ragioni della comunità senese alle istituzioni nazionali e regionali. Nei prossimi giorni il Pd organizzerà un’iniziativa per informare i cittadini sulle conseguenze che avrà la riforma sul riordino delle Province, a partire dal rischio per Siena di perdere lo status di capoluogo, e per raccogliere le adesioni all’appello da consegnare al presidente del consiglio, Mario Monti; al governatore della Regione, Enrico Rossi; ai parlamentari e consiglieri regionali. La campagna “Per Siena capoluogo” correrà anche sul web, grazie a un gruppo Facebook, in costruzione e grazie alla possibilità di firmare anche on line l’appello sul sito www.sienapartitodemocratico.it.

 

 

 

“L’attuale riforma – afferma Andrea Biagianti, responsabile provinciale enti locali del Pd senese – penalizza, in maniera pesante, il nostro territorio. Con l’attuale legge perderemmo lo status di capoluogo e tutte le sedi provinciali, come quella della Camera di Commercio e degli uffici periferici dello Stato: dalla Prefettura alla Questura ai comandi delle forze dell’ordine. Questo significherebbe, come hanno detto anche le associazioni di categoria, perdere centralità rispetto alla Toscana e soprattutto perdere posti di lavoro e veder trasferiti, lontano dai confini senesi, servizi fondamentali per i cittadini. Siena per la sua storia, per la sua collocazione geografica e per la presenza di istituzioni di profilo internazionale, ha tutte le caratteristiche per continuare ad essere capoluogo. Per questo c’è bisogno di far sentire la voce di tutta la comunità senese e di raccogliere in un unico appello le firme per impedire lo ‘scippo’ del capoluogo. Il mio auspicio è che tutte le forze politiche, nell’interesse della nostra comunità, si uniscano nella richiesta al governo e al Parlamento di bloccare l’impianto normativo sul riordino delle Province. Siamo disponibili a discutere sia su come dare vita a una riforma organica di tutte le istituzioni, ma anche a ragionare sulla riorganizzazione delle nuove Province in Toscana, pur che si producano reali risparmi, efficienza e non solo demagogia”.

 

 

 

“La ‘riformicchia’ del governo – continua Biagianti – deve essere modificata anche per quanto riguarda il ripristino dell’elezione diretta degli organi non più eletti da parte dei cittadini. Senza il voto si rischia che in pochi nel chiuso delle loro stanze decidano chi guiderà le nuove Province per tutti. Si tratta di un altro colpo inferto alla nostra democrazia che rischia di aumentare l’antipolitica e rendere incolmabile la distanza tra i cittadini e istituzioni. E’ inoltre inaccettabile che vengano allontanate dai territori funzioni fondamentali per lo sviluppo e la crescita economica, come il lavoro, l’agricoltura, la formazione e il turismo”.