“Nel settore della cultura la prossima amministrazione dovrà andare avanti, valorizzando quanto oggi esiste già e puntando su professionalità, competenza e nuove progettualità. Ciò che già abbiamo ha un impatto concreto e quotidiano nella vita delle persone, cui una nuova politica può dare impulso con risultati relativamente immediati. L’azzeramento totale proposto da molti, spesso in una logica di avvicendamento, non è una soluzione per la città”. Queste le parole di Rita Petti, candidata del Partito Democratico di Siena in Consiglio comunale, che interviene con alcune proposte per le politiche culturali cittadine. “Fare ‘tabula rasa’ – dice ancora la consigliera comunale uscente – è uno slogan sterile e pericoloso. Dobbiamo elaborare una visione complessiva che, pur nella complessità e in un quadro di risorse ridotte, sappia cogliere positività da potenziare, sostenere e portare a sistema”.
Nuovi spazi e una nuova visione per la cultura. “Alla prossima amministrazione comunale – prosegue Petti – spetta il compito di agevolare la produzione culturale e la ricerca, ma anche l’incontro e la socialità. Servono in primo luogo un censimento degli spazi utilizzabili, di proprietà pubblica e non, e un programma di interventi sostenibili per rendere fruibili in sicurezza questi spazi. La sobrietà imposta dalla scarsità di fondi suggerisce poi il superamento della logica degli eventi, incentrata tutta sulla spesa, da sostituire con una politica di progetti capaci di dare risposte a più aspetti: cultura-welfare, cultura-occupazione, cultura-qualità della vita”.
Chigiana, alcuni esempi di progettualità da sviluppare. “Il settore della musica, e in particolare la Chigiana, è un ottimo esempio di come valorizzare un patrimonio, sia materiale che immateriale, in una prospettiva utile a tutta la città. La Chigiana ha una dimensione internazionale: ospita ogni anno 200 studenti di oltre 40 nazionalità diverse nel mondo. È il terreno ideale per promuovere progetti di cooperazione/collaborazione sulla formazione musicale (e non solo) con i relativi Paesi di provenienza e per attrarre risorse da altri Paesi e dall’Europa, con impatto positivo sull’occupazione locale, anche di alto livello. Per fare questo dobbiamo aprire nuove relazioni internazionali anche in altri ambiti, non strettamente musicali o culturali, come ad esempio nel trattamento dell’epilessia e delle malattie amusive (sindromi di Williams), attivo all’ospedale delle Scotte”.
Museo per bambini e Rock Factory, modelli da riconoscere e da prendere ad esempio. “L’ansia di trovare risposte immediate e la scarsa volontà di riconoscere l’esistente portano a soluzioni semplicistiche e banalizzanti. Un esempio è il Museo per bambini nel Santa Maria della Scala: apprezzato fuori Siena e poco valorizzato da noi stessi. Il Museo ha avuto in media 20mila presenze lʼanno. I suoi punti di forza sono la credibilità e la continua richiesta di attività, ma anche un modello gestionale basato sulla sostenibilità̀ delle operazioni, su un’ottica di servizio nei confronti della comunità, sulla formazione specifica. Il successo del museo, nonostante non sia stata possibile alcuna attività di promozione, si è diffuso attraverso il passa-parola alle scuole di altre province della Toscana. Altro esempio di successo è Rock Factory, associazione di promozione sociale riconosciuta dalla Regione Toscana, che ha dimostrato ancora una volta come il rock possa essere fonte di aggregazione, soprattutto per i giovani”.
La Corte dei Miracoli. “Anche la Corte dei Miracoli, associazione impegnata da più di un decennio nella formazione, consulenza e assistenza per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza, di contaminazione e rispetto di altre culture e diversabilità, rappresenta un esempio da replicare. A fronte della crisi la Corte ha scelto di aprire di più, rendendo disponibile il proprio spazio alla libera offerta creativa laddove è stata costretta a rinunciare ai circuiti professionali. Le attività legate alle residenze artistiche sono quindi complementari ai servizi di solidarietà, sostegno e facilitazione, accoglienza e accompagnamento, integrazione e mediazione culturale”.