Dalle risorse economiche che occorrono per rendere credibile il progetto di candidatura e le sue articolazioni concrete come ad esempio lo sviluppo dell’imprenditoria culturale giovanile, alla crisi economica come opportunità per generare sviluppo. Ma anche: quali strategie adottare in vista di un allargamento territoriale, come quello previsto dalla nuova provincia con Grosseto, fino a temi delicati come l’accessibilità della città per i portatori di handicap.
Sacco ha illustrato nel dettaglio l’evoluzione del progetto delle Capitali Europee della Cultura, nato nel 1985 per celebrare l’identità europea e poi gradualmente trasformatosi da festival di grandi eventi culturali a progetto di sviluppo socio-economico innovativo, nel quale l’aspetto culturale non si esauriva in una occasione di intrattenimento ma affrontava con successo i temi della rigenerazione urbana, come nel caso di Glasgow 1990. >. A partire da Glasgow molte altre città hanno saputo sfruttare con successo questa opportunità: si pensi ad esempio a Lille, Porto, Rotterdam, Graz, fino agli esempi recenti di Liverpool e della Ruhr. Ma a partire dal 2008, la nomina della città che un tempo era riservata al paese avente diritto è oggi il risultato di una competizione, che spesso assume toni molto accesi. >. Come ha evidenziato Sacco, i fattori vincenti di una candidatura non vanno cercati tanto nella dotazione di capitale storico-artistico, bensì nella capacità di tradurre in progetti concreti >.
La pubblicazione del bando, avvenuta lo scorso 20 novembre, prevede 10 mesi per la presentazione di un primo dossier, che verrà valutato dalla giuria europea anche attraverso visite dirette nelle città candidate da parte dei commissari per verificare quanto e come il progetto viene sentito dai cittadini. Si procederà quindi alla prima selezione, al termine della quale le 3-4 città finaliste dovranno presentare un piano di azione dettagliato, fino alla decisione finale nell’autunno del 2014 e alla proclamazione ufficiale nel 2015. Molte delle risorse utilizzate per la realizzazione dei progetti vengono dai fondi strutturali europei, che sono in dotazione delle regioni, e che >. >. Un impegno arduo, ma non impossibile, alla luce delle esperienze di successo del recente passato. Sacco ha poi passato in rassegna le nostre principali concorrenti: Venezia, Matera, Ravenna e Perugia-Assisi. Nel caso di Siena, il limite da superare è che la giuria la consideri la classica città-gioiello italiana ricca di patrimonio culturale ma poco innovativa. La crisi del territorio senese rappresenta, in questo senso, un’opportunità se genera una reale volontà di cambiamento. Se utilizza la cultura per generare innovazione non soltanto culturale, ma anche economica e sociale, nella quale il patrimonio non viene trascurato ma al contrario aprirà nuove strade di sviluppo sui temi delle piattaforme digitali, della cittadinanza attiva, dell’inclusione sociale. La candidatura di Siena ruoterà attorno al rapporto tra cultura e qualità della vita nelle sue molte accezioni, un punto forte di Siena e del suo territorio, che rende la nostra proposta credibile e per molti versi innovativa. E si fonderà anche sulla costruzione, già in uno stadio piuttosto avanzato, di una rete di collaborazioni con altri territori e con altre Capitali europee del passato e del prossimo futuro. I vari comitati che compongono il gruppo di progetto, quello dei sostenitori che raggruppa le principali istituzioni del territorio, nonché il comitato locale, il comitato internazionale e quello scientifico, insieme all’unità operativa, diretta dalla Dr.ssa Anna Carli, sono al lavoro per raggiungere questo obiettivo. Tutti profondono il loro impegno a titolo gratuito e promuovono un’organizzazione attenta alla razionalizzazione e al contenimento della spesa.
E’ arrivato, adesso, il momento di raccogliere le proposte e di mobilitare le energie del territorio, anche attraverso l’allestimento, previsto già nelle prossime settimane, di un punto mobile che fornirà non solo informazioni e materiali sul progetto della candidatura, ma darà spazio e visibilità agli operatori culturali e ai talenti creativi del territorio.
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