La condanna odierna dell’ Università di Siena a pagare il trattamento accessorio ai dipendenti dimostra il fallimento totale della linea Riccaboni-Fabbro.
Abbiamo sempre espresso molte perplessità sul piano di risanamento messo in atto dall’attuale amministrazione del Ateneo senese, da quando venne presentato il famoso piano “Unisi2015”, poi bocciato dalla ragioneria dello Stato.
La vicenda odierna che obbliga l’Ateneo a versare ai dipendenti il trattamento accessorio del 2011, ingiustamente sospeso, comporta oltre all’ennesimo danno di immagine, un danno erariale di cui gli unici responsabili sono il Rettore, il Direttore Amministrativo e chi in CdA, ha avallato queste scelte.
Il fallimento della loro gestione è ormai evidente. Rischiamo ancora una volta
(dopo il caso MPS), di perdere un altra storica e fondamentale istituzione senese,
sempre a causa dell’inadeguadezza della sua classe dirigente.
Non c’è più tempo da perdere, non ci sono più tatticismi che possano reggere.
Rinnoviamo ancora una volta al Magnifico Rettore, e al suo Direttore Amministrativo, un invito, quello che riteniamo sia un atto d’amore e di rispetto nei confronti dell’ Ateneo senese, dal quale non possono esimersi.
L’unico che possa permettere un cambio passo netto rispetto a quanto fatto fino ad oggi, per cercare di salvare il salvabile:
dimissioni immediate e irrevocabili.
Siena ha bisogno di un cambiamento profondo, l’Università per prima.
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