di Piero Pii
Il recente dibattito sull’abolizione delle Province che, come al solito, è finito in una bolla di sapone per l’incapacità della politica di assumere decisioni più aderenti alle reali necessità del nostro Paese, e i processi attuativi del federalismo fiscale riportano al centro della discussione istituzionale il ruolo del Comune e di come procedere nella direzione di una diversa organizzazione del potere locale.
In questo quadro si inserisce l’anomala situazione della Valdelsa senese che si trova nell’inconsueta posizione di una “Cenerentola”, senza idee, progetti e capacità di aggregazione istituzionale.
Vale la pena ricordare che proprio in quest’area, a partire dagli anni ’70 del secolo scorso si sono sviluppate le più interessanti esperienze di aggregazione tra i Comuni che portarono ad un livello di eccellenza in settori fondamentali della vita pubblica a partire da quello socio-sanitario.
Anche grazie all’impegno di parti rilevanti dell’imprenditoria privata fu proprio in Valdelsa che nacquero e si svilupparono forme moderne di aggregazione tra imprese e istituzioni pubbliche che consentirono di portare avanti progetti innovativi.
Oggi di tutto questo non esiste più nulla ed è dall’inizio di questa legislatura che, in stanche riunioni tra sindaci, e forse per alcuni dei miei colleghi in altrettanto stanche stanze di qualche partito politico, si discute di come almeno procedere nella direzione di una qualche forma di aggregazione, anche minima di servizi.
Ma i mesi e gli anni passano e ancora non siamo nemmeno riusciti a realizzare forme parziali di coordinamento amministrativo come ben evidenziato dalle decine di riunioni finite nel nulla per creare una unica struttura Suap della Valdelsa.
Di forme più avanzate di aggregazione politico-istituzionale non si riesce nemmeno ad individuare traccia e invece la nostra zona avrebbe bisogno di un soggetto politico-istituzionale forte e coeso capace di divenire punto di riferimento reale delle forze del lavoro e della società civile.
Un soggetto forte capace di dialogare alla pari in primo luogo con la Regione Toscana dove, come è evidente a tutti, si stanno affermando posizioni che rivendicano un nuovo ruolo di governo attivo capace di incidere sul processo decisionale locale.
In questo quadro si inserisce anche la nuova normativa che “impone”, dall’alto, forme di aggregazione tra Comuni in alcuni servizi fondamentali per i nostri cittadini.
Adesso la discussione in Valdelsa non è più rinviabile e come amministrazione di Casole d’Elsa chiediamo con forza agli altri Comuni di assumere decisioni in linea con gli impegni elettorali che erano stati inseriti nei programmi delle forze politiche che in quei Comuni hanno vinto le elezioni nel 2009.
Come maggioranza del Comune di Casole, espressione di una visione e partecipazione civica, anzi, chiediamo di andare avanti trovando la forza di superare il localismo municipalista e di aprire una nuova stagione capace di realizzare, entro questa legislatura, il soggetto politico-istituzionale della Valdelsa.
Alle forze sociali, sindacati ed imprenditori, alle forze organizzate della società civile, chiediamo di sostenere questa nostra posizione aprendo in ogni Comune un confronto per sviluppare la coesione del territorio valdelsano.
La Valdelsa esiste e ha bisogno di tutti noi per uscire dal tunnel in cui oggi ci troviamo.
Il tempo però sta per finire e ognuno di noi nei prossimi mesi si troverà a fare i conti con le proprie esigenze. Casole è e vuole restare a pieno titolo in Valdelsa ma è altrettanto chiaro che se a livello di area non dovessero definirsi scelte chiare e innovative valuteremo a 360 gradi altre forme di aggregazione e di unione.
Alle altre liste civiche della Valdelsa proponiamo di aprire, a settembre, un ampio dibattito capace di produrre proposte precise da presentare alle forze economiche, sociali e politiche e alle istituzioni valdelsane con al centro la valorizzazione dell’identità e del ruolo della Valdelsa nel contesto provinciale e regionale.
Piero Pii è il sindaco di Casole d’Elsa
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