“Mi batterò fin da subito contro gli aumenti del servizio di smaltimento rifiuti: la stangata del nuovo gestore su cittadini e imprese va immediatamente bloccata”. E’ questo il commento di Mario Campatelli, candidato sindaco Pd alle primarie in programma il 9 marzo a Poggibonsi, riguardo agli annunciati aumenti del servizio previsti dal nuovo gestore unico Sei Toscana (ex Sienambiente) per lo smaltimento rifiuti. “E’ inaccettabile sentir parlare di aumenti fino al 25-30% del servizio con le famiglie che non arrivano a fine mese e le imprese che ogni giorno chiudono o rischiano di chiudere: chi ha deciso le politiche sui rifiuti è completamente fuori dalla realtà e non può pensare di far ricadere i costi di gestione e le scelte sbagliate della politica interamente sui cittadini”, attacca Campatelli. “I conti non tornano – prosegue -: era stato detto che il nuovo gestore unico della Toscana del sud avrebbe portato a economie di scala eppure, nonostante la diminuzione dei rifiuti prodotti a causa della crisi, le tariffe continuano ad aumentare”. “A questo punto non c’è più tempo da perdere: avevo ragione quando ho lanciato la proposta di uscire dalle partecipate e adesso in cima alla lista c’è Sienambiente, ora Sei Toscana. Voglio ribadire la mia idea: nessun disimpegno da parte del Comune sul tema rifiuti, al contrario dovrà recuperare la funzione di indirizzo e controllo sul servizio e tariffe ai cittadini. A me infatti non interessano poltrone nei Cda e dunque sarò libero di andare a trattare i costi del servizio con l’obiettivo innanzitutto di portare a casa una più sostanziale compensazione ambientale della tariffa per Poggibonsi che è sede di un impianto di smaltimento”, prosegue il candidato sindaco del Pd alle primarie del 9 marzo. “Non solo – prosegue Campatelli -, inviterò tutti i sindaci del territorio ad uscire da Sei Toscana ed avviare una campagna comune che imponga alla società di gestione la riduzione dei costi interni di almeno il 20% nei prossimi 5 anni attraverso un taglio netto delle spese superflue e un efficientamento del sistema, diversamente dovremmo far saltare l’accordo attuale”. “I Comuni devono infatti tornare a dettare le regole e non essere subalterni alle scelte di quelle imprese di servizio pubblico che non stanno dalla parte dei cittadini. L’unico modo per poter battere il pugno sul tavolo – conclude Campatelli – è uscire dal capitale di queste aziende con un ulteriore vantaggio per la collettività: le risorse recuperate saranno infatti destinate al sociale, al lavoro e all’economia”.