L’espulsione delle 30 donne dell’Oca dalla vita della contrada, di conseguenza dalle Assemblee e dal voto per il quale quelle donne hanno aperto il percorso per ottenerlo, ormai molti anni fa, è la conclusione-tentativo di una rivincita dettata da una cultura che nulla a che fare con la tradizione del Palio. Le tradizioni legate ai valori umani, alla solidarietà, allo stare insieme e al vivere e gioire o soffrire per una cosa che unisce un gruppo, una comunità di persone o, come nel Palio di Siena una contrada, non possono diventare alibi per negare il senso di quella tradizione che l’evoluzione del tempo arricchisce nella presa di coscienza di un diritto. Il diritto rivendicato da queste donne ha aperto, all’interno della stessa contrada, contraddizioni e conflitti, ciò non desta meraviglia perché la conquista di un diritto delle donne, di qualunque genere fosse, ha vissuto contraddizioni e conflitti difficili da superare e gestire anche in una realtà sociale, civile e politica dove lo stato di diritto fornisce norme e leggi a cui ricorrere e che possono essere modificate. Le donne italiane hanno conquistato leggi e normative che hanno comportato modifica di comportamenti e consuetudini tramandate per tradizioni religiose, filosofiche e di costume. Lo hanno fatto con la Resistenza per conquistare la libertà e la democrazia, lo hanno fatto con la conquista della Costituzione che garantisce a tutti e tutte pari dignità e pari diritti al di sopra delle tradizioni, lo hanno fatto per conquistare leggi a garanzia della loro possibilità ad essere se stesse nel lavoro, nella famiglia, nella società. Tra noi ci sono donne che vivono la propria Contrada, altre che le sentono raccontare da chi le vive, altre ancora che le rispettano conquistate dal mito e dal fascino che emana la festa del Palio. Queste donne, noi donne dell’Associazione Archivio UDI della provincia di Siena, esprimiamo piena solidarietà alle donne della Contrada dell’Oca che hanno rivendicato il diritto ad esserci perché parte integrante di quella solidarietà, di quello stare insieme, di quel gioire e soffrire per una cosa che unisce e non divide, l’amore per la propria Contrada. Un amore che non ha confini biologici e che non può limitare la partecipazione alla vita e alle norme della contrada. Se queste norme stanno al di fuori della Magistratura ordinaria, forse è perché non dovrebbe esserci la necessità di dovervi ricorrere. Se alcune donne della Contrada hanno sentito la necessità di ricorrerci, siamo autorizzate a pensare che quelle regole siano state disattese proprio da coloro che avrebbero dovuto saperle interpretare. Alle 30 donne espulse, mentre rinnoviamo la totale solidarietà, offriamo la nostra disponibilità, se richiesta. A chi, nella Contrada, ha il potere di farlo chiediamo, nel rispetto che portiamo alla festa del Palio e alle sue Contrade, che alle donne dell’Oca sia RICONOSCIUTO e non concesso il diritto di voto e di partecipazione e di ANNULLARE l’atto di espulsione.
Il C.D. dell’Associazione, Siena 30 Dicembre 2011