“Siamo convinti che Siena, per la sua ben radicata e riconosciuta tradizione educativa – prosegue Ricci – abbia le qualità per imporsi come ‘città della formazione’. Un progetto, questo, che deve coinvolgere una molteplicità di ambiti e settori, dalla musica alle arti performative, dal design all’architettura, dall’artigianato di qualità ai mestieri storici in via di scomparsa, dalla comunicazione alla scienza. Un progetto, soprattutto, che per venire realizzato deve prevedere il coinvolgimento forte e sentito delle istituzioni pubbliche (musei, biblioteche, centri di ricerca), delle agenzie legate al territorio, delle associazioni di categoria e delle organizzazioni culturali e professionali. L’auspicio, in sostanza, è che si riesca a creare una rete di sinergie in cui il sapere e l’apprendimento, la sperimentazione e il lavoro in tutte le sue forme (dall’apprendistato all’aggiornamento, dalla specializzazione alla riqualificazione) siano integrati e si supportino l’un con l’altro. E’ tempo oramai di uscire dalla logica della formazione e dell’utilizzo di competenze e capacità come di un qualcosa che pertiene alla storia della singola persona; piuttosto, occorre guardare alla crescita professionale dell’individuo come a una crescita dell’intera comunità di appartenenza, vale a dire la città, e questo può avvenire soltanto creando spazi e opportunità in cui mettere a frutto e partecipare quanto si è appreso”.
“C’è bisogno, inoltre, di creare un network più ampio – conclude Ricci – dove la formazione e lo scambio continuo delle diverse azioni educative (di base, applicate e professionalizzanti) siano chiamate a misurarsi con le esperienze europee più avanzate, inserendo così Siena in un network, dove la verifica e la valutazione avranno un ruolo fondamentale e permanente, favorendo scambi e trasmissione di saperi, metodologie, progettualità, azioni concrete. In tutto questo l’innovazione e le tecnologie d’avanguardia dovranno avere un ruolo di primo piano, al pari dell’organizzazione fisica degli spazi (che resta una priorità assoluta per 53100) e delle forme di socialità che dovranno essere promosse e sostenute per raggiungere la piena adesione dei vari network al tessuto sociale e lavorativo della nostra città. Da individualismi sempre più spinti, ce lo ricorda Jean Cocteau, non possono venir fuori che solitudini”.
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