“E’ cosa giusta e doverosa rivedere i valori catastali, ma momento più sbagliato di quello attuale non ci poteva essere per poter portare a compimento la riforma. Visto ciò che introduce, una seppur minima scintilla di ripresa del mercato immobiliare può essere uccisa sul nascere, anche qui a Siena, a causa delle conseguenze negative che ne deriveranno. Una proposta, dunque, che cade nella fase economica peggiore per essere efficace”.
Così la Fimaa, la Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari di Confcommercio Siena, che rappresenta circa la metà delle agenzie immobiliari della provincia. Fimaa, con la sua presidente, Marta Turchi, e il suo vice presidente, Massimo Brogi, interviene su quanto previsto dal decreto legislativo 198 del 17 dicembre 2014, dando il via alle nuove Commissioni censuarie e segnando il passaggio decisivo al processo di riforma del Catasto.
“Si tratta di un tema molto sentito, la cui soluzione è necessaria – fa notare la Fimaa –. Il problema è che la revisione del Catasto come previsto dalla riforma va ad incidere sui valori su cui si calcola l’Imu nonché sulla base imponibile utile per la compravendita facendoli aumentare entrambi esponenzialmente. Lo stesso accadrà per le tasse che si pagano prendendo come basi questi due valori. La pressione fiscale potrebbe crescere fino a dieci volte rispetto ai valori attuali. Ormai è certo che siamo in una fase recessiva. Una tassazione ulteriore non può che deprimere ulteriormente il mercato”.
Il mercato a Siena Dai dati Omi, Osservatorio Mercato Immobiliare che fa capo all’Ufficio delle Entrate, emerge come nel secondo semestre del 2013 sia stato registrato su tutta la provincia di Siena un calo medio del 10% dei prezzi del mercato immobiliare rispetto all’anno precedente. A giugno 2014 i dati parlano di un’ulteriore diminuzione dell’8% rispetto al semestre precedente. Per quanto riguarda il numero di scambi – i cui dati ufficiali sono in capo all’Ufficio delle Entrate Nazionale – gli operatori concordano tutti su una riduzione in atto.
“Se vogliamo far ripartire il mercato – sostiene la Fimaa – la leva dell’aumento fiscale che oggettivamente viene introdotta con questa riforma del Catasto va nella direzione esattamente opposta a quella che tutti vorremmo: la ripresa economica”.
I nuovi valori post riforma L’imponibile Imu e l’imponibile della compravendite, da stime riportate dal Corriere della Sera, aumenterebbero in una città come Firenze di circa il 75% per l’Imu e di circa il 154% per la compravendita. Con il nuovo Catasto, infatti, cambia il principio per il calcolo delle rendite: l’unità di misura sarà il metro quadrato, non più il numero dei vani dell’immobile. Entro qualche anno i valori catastali potrebbero aumentare dal 30 al 180%. La rendita media ordinaria sostituirà la rendita catastale e sarà determinata dalla media dei canoni di locazione degli immobili della stessa zona nei tre anni precedenti. Viene inoltre introdotto il “valore patrimoniale” per superare le categorie catastali: verrà calcolato con gli stessi parametri della rendita media (ubicazione dell’immobile, valori delle locazioni ecc..) e rapportato ai metri quadri.
“Anche qui a Siena dobbiamo porre forte attenzione alle conseguenze della riforma – spiega la Fimaa – soprattutto in questa fase in cui, seguendo gli indirizzi del decreto, si andranno a costituire le commissioni censuarie provinciali, con l’obiettivo di definire i parametri per il calcolo dei nuovi estimi per la rendita catastale e per il valore immobiliare. Indubbiamente, nella riforma esiste un principio di equità che può portare ad una fotografia più realistica degli immobili italiani. Ma per i contribuenti è una vera e propria mazzata. Se il mercato ripartirà, come tutti speriamo, e l’economia inizierà ad attraversare acque più stabili, potremo rivedere i valori. Altrimenti devono essere percorse altre strade”.
“Il mercato immobiliare è una delle spine dorsali della nostra economia – conclude la Fimaa – Se in questo ci crediamo tutti, dobbiamo essere consequenziali”.
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