Ritorna “Chiusi nella danza”

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La prima giornata di Festival si apre con l’importante appuntamento formativo del coreografo Kristian Cellini, uno stage di lyrical jazz dance composto da due classi distinte, rispettivamente di livello intermedio e avanzato che si succedono nel pomeriggio a partire dalle 15.00 all’interno della Palestra Comunale. Gli appuntamenti performativi serali sono invece due e diversificati: il primo, dal titolo Selfie, inaugura un progetto a cui il festival ha voluto dedicare un luogo tematico all’interno del Chiostro San Francesco tutti i giorni alle 18.30 e riservato alle Nuove Drammaturgie. Protagonista di questo primo appuntamento è la giovane compagnia romana di Luogocomune Danza formata dalle danzatrici Maria Elena Curzi, Silvia Franci e Chiara Pacioni che portano in scena una site specific performance realizzata appositamente per il Festival Chiusi nella Danza 2014. L’intento del gruppo Luogocomune è quello di abitare le dinamiche e le relazioni insite nel particolare e storico spazio architettonico rimandando al pubblico una suggestione coreografica che prenda spunto da una tematica contemporanea. Il termine “selfie” si riferisce ad una pratica sempre più in voga: eseguire un autoscatto fotografico tenendo l’apparecchio a braccio teso o tramite uno specchio. Effettuata da chiunque disponga di un dispositivo digitale, è finalizzata principalmente alla pubblicazione sui social network ed è tipico che mostri il fotografo singolarmente o con una o più persone. I due elementi di questa pratica che sono stati considerati interessanti dal punto di vista coreografico sono: attraverso il gesto volontario di un click a un istante qualunque viene conferita la dignità di rappresentazione; il limite fisico all’ampiezza del paesaggio rappresentato dipende dalla lunghezza stessa del braccio di chi scatta la foto. Attraverso, quindi, l’epifania di dettagli irrilevanti e messe a fuoco arbitrarie la danza nega e afferma costantemente paesaggi captando, la maggior parte delle volte, solitudini interiori.
La serata di apertura sul palco di Piazza del Duomo alle 21.30 è affidata al Balletto di Siena che con lo spettacolo Grande Suite Classique Verdiana danza la vita di Giuseppe Verdi, intrecciando le vicende biografiche del Grande Maestro – la sua formazione, il primo matrimonio, il dolore per la perdita della moglie e dei figli, l’arrivo del successo professionale, l’impegno politico e l’amore per la natura -,legandole alle trame delle sue opere maggiori ed alle personalità dei diversi personaggi verdiani. La compagnia senese ci mostra un Verdi inedito, uomo dell’Ottocento ma con tratti prettamente contemporanei, innovatore musicale ed al tempo stesso esploratore della psiche umana, disegnatore attraverso le note di caratteri e personaggi carichi di personalità. Personaggi che, come geni guida, accompagnano il compositore alla scoperta delle diverse sfaccettature dell’esistenza umana: il dolore del popolo ebraico nel Nabucco, la gelosia di Otello, la voglia di vendetta di Rigoletto, la sete di potere del Macbeth, l’amore, la malattia e la morte di Violetta ne La Traviata. Le coreografie e la regia di Marco Batti sulle musiche di Giuseppe Verdi sono completate dalle luci di Claudia Tabbì e arricchite dai costumi di Jasha Atelier.