Dopo quattro mesi di intenso lavoro da parte della Commissione Cultura e Scuola, durante i quali sono stati promossi molti incontri pubblici per favorire la massima trasparenza e condivisione con la città, il Consiglio comunale ha approvato, nella seduta monografica di giovedì scorso, 24 luglio, l’atto di indirizzo per il Santa Maria della Scala. Indicazioni e prospettive che, adesso, dovranno essere attuate e rese concrete dall’Amministrazione comunale, attraverso il lavoro della Giunta.
L’assise si è aperta con due mozioni all’ordine del giorno: la prima, licenziata a maggioranza dalla Commissione Cultura e Scuola al termine del percorso di approfondimento, sottoscritta da Rita Petti, Gianni Porcellotti, Giulia Periccioli, Carolina Persi (PD), Fabio Zacchei, Pasqualino Cappelli (Siena Cambia) e Simone Lorenzetti (Riformisti); la seconda dai rappresentanti delle minoranze Andrea Corsi (Moderati di Centrodestra) e Giuseppe Giordano (Siena Rinasce).
Il secondo documento, sostanzialmente diverso rispetto al primo solo nel dispositivo, è stato ritirato da parte degli stessi firmatari, poco dopo l’inizio della discussione, presentandone il dispositivo come emendamento alla prima mozione. La convergenza di tutti i gruppi consiliari non è stata raggiunta al momento della votazione finale del testo in esame, che ha recepito gli emendamenti di Giulia Periccioli (PD) ed Enrico Tucci (Cittadini di Siena); respinti, invece, quelli proposti da Eugenio Neri (Siena Rinasce) e da Michele Pinassi e Mauro Aurigi (Siena 5 Stelle).
Unanimità è stata, però, registrata nel giudizio e nelle espressioni di riconoscimento del lavoro svolto in questi mesi dalla Commissione, grazie all’impegno della presidente Rita Petti, del vicepresidente Enrico Tucci e di tutti gli altri rappresentanti dei gruppi consiliari.
Un lavoro di ricerca, analisi e proposta che ha permesso di ricostruire le tappe e le vicende più rilevanti del percorso di sviluppo del Santa Maria, sin dal 1978, quando il cda dello “Spedale” nominò un primo Comitato scientifico per la formulazione di linee di indirizzo generale per il restauro della corsia del Pellegrinaio e in merito alle forme di utilizzo del complesso nella sua interezza.
La mozione è integrata da un testo compendiario con allegati normativa, atti, documenti, modelli di riferimento, frutto del lavoro di approfondimento e ricerca. La relazione si articola in più sezioni: nella prima parte, recuperando anche contenuti e proposte autorevoli già espressi in passato sul Santa Maria, sono contemplati i temi della progettazione e della programmazione, sia dal punto di vista dell’offerta culturale, sia per quanto riguarda le soluzioni tecniche, architettoniche e urbanistiche.
Tra queste, anche la questione dei servizi annessi, nella prospettiva della realizzazione di esercizi di ristorazione e bar con offerta differenziata, non in competizione rispetto all’esterno, rispettando per la collocazione quanto già previsto dalla “carta Canali”.
La sezione dedicata alla mission prende quindi in esame l’identità del complesso e delle funzioni che questo svolge e può svolgere. Da questo punto di vista, il Santa Maria presenta potenzialità uniche e eccezionali: luogo di “cura”, museo di se stesso e della città, fortemente connesso al territorio. Dotato di un’importante collezione archeologica, può altresì implementare un’offerta costante per bambini con l’apposita sezione dedicata; Palazzo Squarcialupi può ritornare a essere, con un’adeguata programmazione triennale, il centro espositivo di mostre temporanee e sede di convegnistica; può concretizzarsi, nel Santa Maria, il progetto di riclassificazione e nuova esposizione della Pinacoteca nazionale, grazie a un rinnovato impegno che si associa all’attenzione rivolta a Siena e al Santa Maria dal Ministero per i Beni e le Attività culturali e del Turismo e dalla Regione Toscana. Il tutto in una struttura polivalente che deve offrire, piuttosto che una serie di musei, un organismo di forte soggettività con una propria autorità amministrativa, in grado di garantire continuità, e scientifica, in virtù della costituzione di un team di progetto/comitato scientifico.
L’atto prende, inoltre, in considerazione anche le forme di governance, sulla linea che qualsiasi scelta gestionale debba garantire qualità in termini tecnico-organizzativi, in base al Codice dei Beni Culturali. Vengono trattati come requisiti indispensabili per l’accreditamento la formalizzazione giuridica di museo secondo gli standard minimi codificati (statuto International Council of Museum – ICOM) la direzione tecnico-scientifica, gli elementi dell’inventariazione, della conservazione e ricerca sul patrimonio, i servizi di mediazione culturale, le indagini di customer satisfaction e la dotazione di personale specializzato, ponendo in atto strategie utili a potenziare le risorse umane del polo, partendo dall’incremento dell’orario del personale a tempo parziale per economie di spesa.
Le figure dei direttori generale e scientifico e del conservatore, selezionate attraverso bandi pubblici a massima evidenza internazionale, dimostreranno e garantiranno autorevolezza, qualità, indipendenza e quell’affidabilità fondamentale per sviluppare relazioni di parternariato, con programmazione di medio e lungo termine.
Per le risorse, vengono individuate come fonti di ricavo: i fondi pubblici, con particolare attenzione verso il reperimento di finanziamenti regionali, statali ed europei attraverso un potenziamento della capacità progettuale con la costituzione di un ufficio di comunicazione, fund raising e ricerca bandi per finanziamenti, scientifico e in collaborazione con le Università e le agenzie specializzate a servizio della città e del territorio; le risorse private, stimolando la nascita di un’associazione tra partner privati, e i ricavi propri, derivanti da bigliettazione, produzioni, editoria, didattica, servizi di mediazione culturale.
Il Santa Maria accoglierà i linguaggi contemporanei, la produzione e la ricerca nei giardini a valle e nei locali della strada interna, della quale si auspica il completamento del recupero e l’apertura per far ritornare a essere il complesso architettonico elemento urbanistico significativo nel contesto della città. Il recupero e restauro della struttura dovrà procedere secondo le modalità del cantiere didattico-formativo e del museo in progress.
Prendendo esempio dallo spirito di autofinanziamento contradaiolo, è stata inoltre ipotizzata un’operazione di protettorato che possa generare un tesseramento utile non tanto e solo dal punto di vista finanziario, ma anche per l’immagine, la fidelizzazione e la comunicazione dell’identità del Santa Maria e del suo rapporto con la città.
Nella logica di garantire la massima trasparenza sulle procedure di selezione delle professionalità che saranno coinvolte, è stata riconosciuta l’opportunità di far sottoscrivere la Carta di Pisa ai candidati prescelti e di pubblicare comunque i curricula di tutti i partecipanti.
Compito del Sindaco e della Giunta sarà quello di delineare la forma di governance che preveda la costituzione di un soggetto autonomo con proprio bilancio e propria struttura organizzativa. Del soggetto, la cui forma giuridica potrà essere dettagliata in sede tecnica anche alla luce della recente normativa sulle fondazioni, dovranno far parte soci fondatori e sostenitori sia pubblici che privati.
Nei prossimi sei mesi, il Santa Maria della Scala sarà un’occasione concreta di riscatto culturale e rilancio della città attraverso un nuovo modello di sviluppo che ha saputo anticipare, intercettare e rafforzare il concetto innovativo alla base della candidatura di Siena a capitale europea della Cultura 2019.
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