Con la nuova sezione è stato riaperto, con il trasferimento della biglietteria l’ingresso storico dell’antico ospedale, e implementata la segnaletica del Complesso, così da valorizzare i sette percorsi museali esistenti: I luoghi dell’accoglienza e della cura; Jacopo della Quercia (La Fonte Gaia); Museo Archeologico Nazionale; Le Bandiere delle Contrade dal Museo Stibbert; Siena, Racconto della città (Dalle origini al medioevo); Il tesoro (Le reliquie e gli ori) e il Museo d’Arte per bambini. Completamente realizzata la rete WI-FI, requisito indispensabile per un complesso di servizi culturali come questo e prima non presente; installati tutti gli access point necessari, con navigazione libera ed illimitata, per 2 ore giornaliere.
In più alcune esperienze virtuali e interattive per tablet e smartphone con animazioni tridimensionali per la parte dedicata all’acqua della città: le sue Fonti storiche. Una realtà ‘aumentata’, quindi, ben ancorata alla ricerca svolta negli anni dal nostro Ateneo e mai interrotta.
Le prime frequentazioni nell’area di Siena, l’individuazione della viabilità di crinale, la presenza dei primi nuclei insediativi, lo sviluppo dell’abitato etrusco di Saina sui due colli di Castelvecchio e del Duomo e quello della successiva colonia romana di Saena Iulia costituiscono la prima sezione. Qui i materiali archeologici rinvenuti negli scavi condotti dall’Università sul colle del Duomo e dentro l’ospedale contribuiscono a ridefinire il quadro storico restituitoci dai rinvenimenti otto-novecenteschi. Le importanti novità delle indagini condotte dall’Università aprono una finestra importante sulla presenza di una residenza signorile etrusca, di seconda metà VII sec. a.C. Ceramiche da mensa, ceramiche e strumentario da cucina illustrano la vita nella città romana. Gli approfondimenti presenti all’interno dei monitor touch screen completano e arricchiscono il quadro.
La città tra età tardoantica e IX secolo, lo sviluppo del castellum Sanctae Mariae, la presenza del nucleo vescovile costituiscono l’oggetto della seconda sezione. I materiali archeologici esposti arricchiscono la ricostruzione storica di riferimenti all’economia cittadina e alle sue trasformazioni, ai rapporti commerciali con il bacino mediterraneo, alle contrazioni e trasformazioni del tessuto urbano, con particolare attenzione alle scoperte nell’area del Duomo e del Santa Maria della Scala.
La città medievale, il suo rapporto con la strada, l’espansione tra fine XI e XIII secolo, il governo dei Nove, lo sviluppo urbano, politico ed economico, le trasformazioni del colle del Duomo, i cantieri della cattedrale, la crescita dell’ospedale dal primo nucleo ai progressivi ampliamenti, fino alla contrazione urbana causata dalla peste, e le conseguenti modifiche del colle del Duomo proseguono il racconto e costituiscono l’ampia parte centrale del percorso, in cui trovano spazio anche una selezione del vasellame di reimpiego rinvenuto nelle volte del Carmine, e i materiali provenienti dallo scavo del Duomo.
L’ultima sezione accompagna alla scoperta della ‘città nella città’, l’ospedale di Santa Maria della Scala, di cui vengono illustrati gli ambienti, la struttura organizzativa, l’amministrazione, la ‘famiglia’ ospedaliera e le funzioni assistenziali. Numerose le suppellettili, gli oggetti personali e di uso quotidiano
rinvenuti negli scavi dell’ospedale esposti a corredo della sezione. Tra questi, si segnalano anche documenti di conti e due preziosi frammenti cartacei con versi del XXX e XXXI canto dell’Inferno della Divina Commedia.
Il percorso si sviluppa attraverso i cunicoli dell’ospedale e conduce alla scoperta di alcuni degli spazi illustrati nel racconto: il lavatoio, la voragine del carnaio e la strada interna, inglobata dall’ospedale nella sua progressiva espansione verso Vallepiatta.
L’esposizione, curata da Silvia Pallecchi, Federico Cantini, Marie-Ange Causarano e Beatrice Sordini, è arricchita da proiezioni di tavole ricostruttive, realizzate dallo studio InkLink e da monitor touch screen in cui è possibile approfondire molti degli aspetti del racconto, con l’ausilio di testi e di un’ampia documentazione fotografica. Tra questi, la cospicua parte dedicata allo scavo del Carmine.
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