Il decennale della scoperta della tomba della Quadriga infernale, a Sarteano, ha lanciato una giornata delle Bandiere arancioni di grande successo. Sabato 12 sopra la tomba, alle Pianacce, in prima fila c’erano il sindaco Francesco Landi e, naturalmente, l’archeologa del ritrovamento (attuale direttrice del museo civico archeologico sarteanese), Alessandra Minetti. E domenica 13, nell’ambito della giornata delle Bandiere arancioni, si sono moltiplicate le visite guidate e gli spettacoli teatrali, dedicati soprattutto ai bambini, nei luoghi etruschi come nel centro storico, al castello come di fronte all’Annunciazione o al celebre dipinto del Beccafumi. Nell’occasione sono stati realizzati circa 120 disegni da rispedire al Touring club, cui il progetto delle Bandiere arancioni fa riferimento.
Decine di persone sono arrivate alla scoperta di Sarteano, sull’onda dell’iniziativa, mentre il Touring ha fatto seguire da alcuni blogger quanto stava avvenendo in questo comune (privilegio dato a un paio di realtà selezionate per ogni regione). Spettacoli ed escursioni hanno, ancora una volta, coinvolto le associazioni, la vera anima di Sarteano: accanto al Comune e al Museo, hanno preso parte attiva la pro Loco, Nonsolomamme, Sarteanoviva, la Riserva naturale di Pietraporciana (ha ospitato un’altra giornata, quella del camminare), gli Arrischianti, Giullargallo, i produttori agricoli, i ristoratori, i blogger di 100days e le guide.
Ma oltre alle iniziative di domenica, restano vivide altre sensazioni, legate a dieci anni or sono. “Scoprire una tomba etrusca – afferma Alessandra Minetti, direttrice del museo sarteanese – è sempre una grande emozione. Ma entrare, strisciando in uno stretto varco, e trovarsi di fronte un’intera parete decorata di pitture, è una fortuna che capita a pochi. È quanto ci è successo quell’11 ottobre – aggiunge Alessandra Minetti – quando siamo entrati camminando carponi in un lungo corridoio decorato da pitture dai colori vivacissimi. Alla luce tremolante della torcia sfilavano teste di animali reali e fantastici, figure umane, motivi decorativi e simbolici. Non sapevamo ancora che stavamo aprendo uno dei più interessanti capitoli dell’etruscologia degli ultimi anni”.