«Sia tutta la comunità a parlare del Santa Maria della Scala e del suo futuro, si individui la modalità per farlo sopravvivere ad una chiusura soltanto dopo aver condiviso con tutti il significato che vogliamo dare a questa importante istituzione, il senso del suo essere aperto alla città ribadendo che le politiche culturali sono e devono rimanere saldamente in mano alla collettività».
Il gruppo cultura di Sinistra Ecologia e Libertà di Siena interviene nel dibattito sul futuro del Santa Maria della Scala e sulla sua valorizzazione dopo il dibattito che aperto dal sindaco Bruno Valentini durante la presentazione del libro “Le pietre e il popolo” promossa da Sel.
«Non usiamo a caso il termine istituzione, non vogliamo parlare del Santa Maria della Scala come un semplice spazio, ma di un luogo vivo per tutta la comunità senese. Perché se è vero che la cultura costa e gli spazi costano è anche vero che questa genera crescita sociale anche in termini economici. Siena non può permettersi gli elevati costi di gestione che non hanno portato crescita in termini culturali, ma non può permettersi neppure di restare senza una visione del futuro ed un nuovo “senso” all’ex ospedale».
«Ma Siena ha soprattutto bisogno di progettualità, costruire in campo culturale una visione a lungo termine ed una progettualità efficace che renda la cultura un patrimonio attivo e vivo che l’amministrazione sappia premiare e guidare. Perché nel dibattito che la città dovrà fare deve emergere chiaramente che le politiche culturali devono essere e restare saldamente in mano pubblica. Questo non significa necessariamente una preclusione al privato ma che pubblica resti l’istituzione e pubblici gli organismi preposti a dettare linee guida all’interno di una politica culturale a lungo termine».
«Pensiamo quindi che il Santa Maria della Scala abbia bisogno di una governance di eccellenza e per questo vada rivisto lo statuto della Fondazione SMS e la necessità stessa di costituire una Fondazione. Ripensiamo a questa forma avendo chiara la necessità di privilegiare l’aspetto pubblico del Santa Maria. Necessaria sarà la figura di un direttore così come l’attribuzione di maggiori responsabilità e poteri a un comitato scientifico di livello internazionale. Santa Maria della Scala non può e non deve essere il terreno di conquista della politica locale, ma deve essere la porta di Siena aperta sul mondo».
«Uno sviluppo culturale competitivo e al passo con i tempi è raggiungibile solo attraverso l’integrazione dei saperi per saldare il rapporto tra generazioni, guardare con cura all’educazione dei nostri bambini stimolando un sano rapporto con l’arte e la creatività. Significa costruire ponti fra le Accademie cittadine che si occupano di cultura artistica e musicale, classica e contemporanea. Comprendere la funzione sociale delle arti performative, capaci di raccogliere comunità di cittadini intorno alla scena e riflettere su identità, società, memoria attraverso gesti, immagini e parole. Integrazione dei saperi significa anche tenere desto il dialogo fra cultura e industria: accostarsi con intelligenza alla crescita del settore delle biotecnologie e delle scienze della vita che a Siena si sono sviluppate, incentivare la nascita di nuove imprese creative che sviluppino tecnologie avanzate per la tutela del patrimonio storico artistico, archeologico e ambientale. Le risorse culturali diverranno così la fonte di lavoro tanto nel campo delle tecnologie digitali quanto nella creazione di contenuti e nella comunicazione strategica, nel privato come nelle istituzioni pubbliche. L’integrazione dei saperi è il primo passo per una politica culturale efficace, attenta a uno sviluppo economico sostenibile».
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