«Quali sono gli spazi pubblici cittadini che l’amministrazione può utilizzare o dare in gestione per la produzione e la fruizione culturale di tutta la collettività? Questa domanda abbiamo posto ai nostri concittadini in campagna elettorale e questa stessa domanda rivolgiamo al sindaco ed alla Giunta nel prossimo consiglio comunale dopo aver depositato questa specifica interrogazione».
Così Pasquale d’Onofrio, capogruppo di Sel al consiglio comunale di Siena assieme al gruppo cultura del circolo cittadino, annuncia l’interrogazione proposta nel consiglio comunale convocato per il prossimo 15 ottobre.
«La linea guida che Sel propone vede la cultura come rivitalizzazione degli spazi, non mercato dell’esposizione. Sono le esperienze culturali che sono nate che adesso devono svolgere un ruolo da protagonista concertando con le soluzioni i loro bisogno, esigenze e percorsi di valorizzazione, a partire quindi dall’avere strumenti e spazi idonei».
«Vogliamo con questo documento ripercorrere tutto il percorso fatto dopo la chiusura della sala Lia Lapini, da quando cioè le associazioni e compagnie teatrali della città si sono trovate in difficoltà per poter allestire i propri spettacoli o svolgere laboratori e stages dedicati alla formazione teatrale loro e dei loro allievi. Ma il problema non è solo per il teatro, pensiamo al cinema, dopo la chiusura di molte delle sale cittadine lo spazio da dedicare alla fruizione di cinema attraverso rassegne, retrospettive e festival specifici si è limitato, trovando spazio solamente presso la Sala del Nuovo Cinema Pendola o in locali non idonei alla fruizione cinematografica (Aula Magna dell’Università, spazi privati, alberghi, librerie, Santa Maria della scala)».
«Mancano spazi adatti alla produzione ed all’esecuzione musicale, sia per quel che riguarda la musica classica, operistica, jazz o rock e che le istituzioni musicali cittadine sia pubbliche che private (Fondazione Siena Jazz, Accademia Musicale Chigiana, Istituto Rinaldo Franci e associazioni e scuole private) hanno visto negli ultimi anni una sostanziale riduzione delle loro possibilità di investimento».
«Chiediamo quindi una ricognizione degli spazi disponibili che dovrà tener conto degli ambienti ancora non utilizzati del Santa Maria della Scala, ma anche delle sedi di istituzioni quali Siena Jazz e Rinaldo Franci, la biblioteca degli Intronati e le sedi delle ex circoscrizioni cittadine nonché dell’ex ospedale psichiatrico dove esiste già una battaglia per il recupero in chiave storico-architettonica del “panopticon Conolly”. Non chiediamo ambienti polifunzionali, dove tutti possano proporre la propria espressione artistica ma spazi adeguati ai diversi tipi di espressione culturale ed artistica».
«In concreto con questa interrogazione vogliamo che la Giunta si impegni ad una ricognizione seria degli spazi a disposizione che tenga conto delle esigenze culturali della città, delle legittime aspirazioni di chi a Siena intende lavorare per la crescita sociale e culturale non soltanto in vista della candidatura a Capitale della Culturale, ma ogni giorno e da tempo oramai».
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