Erano da poco trascorse le 18,20 di domenica quando il maresciallo ha notato che i due giovani si trovavano a notevole distanza dalla riva, senza riuscire più a riavvicinarla. A quel punto Anatriello si è buttato, anticipando in questo modo l’intervento dei bagnini e degli altri bagnanti presenti sul posto.
Maresciallo Anatriello, ci racconti cosa è successo.
“Guardi, la settimana scorsa c’erano stati tre giorni di scirocco con molte onde ed un mare molto mosso. Per mia esperienza personale so che in questo tratto di mare a Castiglione della Pescaia c’è una buca in mare. Per deformazione professionale guardo sempre verso l’acqua e controllo che la situazione sia tranquilla. Anche perché già lo scorso anno proprio in quel tratto di mare mi tuffai per riportare verso riva una bambina di 10 anni che si stava allontanando al largo”.
E domenica pomeriggio cosa è avvenuto?
“In mare ci sono delle boe, oltre le quali i bambini non dovrebbero mai andare. Invece questi due giovani le avevano superate, perché sospinti dalla corrente. Anche loro erano finiti in quell’avvallamento di mare molto pericoloso”.
“Ho guardato i bambini e ho visto che si allontanavano sempre più. Allora mi sono buttato anche perché ho visto che nessuno si stava muovendo per aiutarli. Prima sono arrivato al bambino di 7 anni, figlio di una coppia di Milano. L’ho afferrato e l’ho trascinato verso la riva. Si era buttato in mare anche il padre del ragazzo e a lui l’ho consegnato qualche metro più indietro. A quel punto c’era ancora in mare la ragazza, una giovane spagnola, che non era semplice da riportare a riva. Ha 12 anni ma è una bambina di oltre 1,70 di altezza. L’ho raggiunta ma all’inizio ho incontrato alcune difficoltà a muoverla. Lei piangeva e si disperava, io cercavo di darle un po’ di conforto. Poi spingendo forte con le gambe sono riuscito pian piano ad avvicinarmi verso la riva. La mamma della ragazza piangeva, mi ha abbracciato e baciato, voleva veramente regalarmi il mondo”.
Complimenti davvero per il coraggio dimostrato in questi salvataggi. Ma lei è un esperto nuotatore?
“Beh, io nuoto sin da quando ero bambino. Sono cresciuto nel gruppo sportivo delle Fiamme Gialle e diciamo che in acqua me la cavo abbastanza. Adesso faccio anche delle gare di triathlon. Voglio però sottolineare come il problema di questa buca in mare sia annoso: nessuno riesce però a risolverlo. Un po’ di tempo fa è stata posizionata della sabbia per ricompattare il fondale, ma il mare e le correnti hanno riformato la buca. Questo tratto resta pericolosissimo, è quindi giusto che chi si trova a fare il bagno nelle vicinanze sappia i rischi che si possono correre. E serve anche un totale e continuo controllo delle situazioni pericolose che possono sorgere”.
Gennaro Groppa
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