Siena Cambia: “La città ha di nuovo il sindaco ma qualcuno preferirebbe il commissario”

“Nei mesi scorsi Siena era divenuta, suo malgrado, il simbolo dell’intreccio malato tra politica e finanza e del malgoverno di istituzioni pubbliche e private con il PD evocato da molti quale principale imputato. Tutti, o quasi, davano per scontato che il centrosinistra sarebbe uscito sconfitto dalle elezioni”.

“Ma chi ha sempre creduto che Siena non sia soltanto la somma degli errori compiuti negli ultimi anni, chi si è fatto carico di una battaglia politica di cambiamento all’interno di quella cultura di valori e di buon governo che ha radici antiche nella nostra città e in Toscana, chi ha fortemente voluto che il candidato sindaco fosse scelto attraverso un grande momento di partecipazione dei cittadini come le primarie, chi ha confidato nella competenza di un amministratore esperto, innovatore e non compromesso come Bruno Valentini, ha avuto ragione”.

“La scelta di Siena Cambia, movimento che si messo al servizio della città e delle spinte di rinnovamento del centrosinistra, nato all’indomani delle primarie Renzi-Bersani, è stata coerente fino alla fine: anche la decisione di non cadere nelle vecchie logiche degli apparentamenti di potere in vista del ballottaggio, ha reso più ardua la competizione ma più trasparente il risultato e più forte la posizione di chi è chiamato oggi a governare la città. La soddisfazione nell’aver sostenuto Valentini, che ha vinto grazie ad un vero progetto di cambiamento, condiviso da tutte le forze politiche che lo hanno sostenuto ma soprattutto dagli oltre dodicimila senesi che lo hanno votato, oggi si proietta verso le vicende di Fondazione e Banca MPS”.

“La frettolosa modifica dello Statuto della Fondazione, seppur improntata ad una maggiore trasparenza e responsabilità dell’Ente, è stata sottratta al coinvolgimento dell’istituzione comunale appena insediata ed è stata deliberata da Organi in scadenza che per onorare la fine del proprio mandato, avrebbero dovuto e dovrebbero concentrarsi su quanto necessario per l’esercizio delle azioni di risarcimento così come fatto dalla Banca”.

“Non ci convince anche la forzatura messa in atto nell’ultima seduta del Cda di Banca MPS, in merito alla proposta di modifica del limite del 4% relativo alla titolarità di azioni, e comunque all’esercizio del diritto di voto in assemblea, per soci diversi dalla Fondazione. Se, come si è dichiarato, non si vedono all’orizzonte soci interessati a entrare nella compagine azionaria, temiamo che ciò alimenti tentazioni speculative mentre invece si dovrebbe puntare a dare alla stessa la stabilità necessaria per realizzare un piano industriale che punti al rilancio del ruolo storico di MPS quale banca commerciale al servizio di imprese e famiglie, che riscuote la fiducia di milioni di risparmiatori con dipendenti motivati e non frustrati da relazioni interne inutilmente penalizzanti. La Banca faccia la banca e punti dritto al ritorno alla redditività con azioni industriali e commerciali incisive e innovative, intervenendo con decisione sulla problematica e sugli effetti dell’enorme massa di crediti deteriorati che pesa enormemente di più delle le misure previste a carico dei dipendenti”.

“Queste azioni, soprattutto se accompagnate dal miglioramento della valutazione internazionale del debito sovrano italiano, potrebbero alleggerire la necessità di rafforzamento patrimoniale della banca che è alla base dell’oneroso prestito governativo di oltre 4 mld di euro, determinando la ripresa dei corsi azionari del titolo MPS, da cui scaturirebbe la salvaguardia di un ruolo ancora importante della Fondazione”.

“La Fondazione tuteli il proprio patrimonio, allo stato minato dal debito esistente e dalla errata concentrazione in un unico asset, ma con grande attenzione al timing delle decisioni in materia di allargamento della compagine azionaria di Banca MPS, così come quello dell’eventuale dismissione di parte della propria partecipazione”.

“Il Sindaco di Siena, Bruno Valentini, ha usato parole chiare in questa direzione e Siena Cambia sostiene senza se e senza ma la sua posizione, così come hanno fatto altre forze politiche, anche di opposizione, con ciò dimostrando che, pur nella chiara distinzione di ruoli, i prossimi 5 anni di governo possono essere improntati alla responsabilità per il bene comune e non alla sterile faziosità o alle vecchie logiche spartitorie di potere”.

“Questa Fondazione si astenga dal prendere decisioni che, in mancanza di un concreto e trasparente disegno strategico, potrebbero arrecare il colpo di grazia alla fine di una storia iniziata oltre cinquecento anni fa. La storia del Monte dei Paschi andrebbe avanti ma sarebbe a rischio quella di un legame straordinariamente unico e capace, ancora oggi e per il futuro, di creare, in una dimensione regionale, sviluppo e lavoro, crescita economica, competitività e sostenibilità degli elevati livelli di tutela sociale”.

”La politica e i partiti non dovranno più intromettersi nella gestione della Banca ma anche la dirigenza della Banca non potrà determinare le sorti di una comunità che, attraverso la Fondazione, vuole e deve esercitare fino in fondo il proprio ruolo di azionista della Banca, nel quadro del rispetto dei ragionevoli indirizzi delle autorità di vigilanza nazionali ed europee e, soprattutto, con un nuovo mandato che verrà impartito ai futuri e autorevoli Organi. Anche questa è Siena”.

 

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