Bruno Valentini - sindaco di Siena
«Eppure è in questa direzione che tira il vento del cambiamento. Il fallimento della classe dirigente di questa città impone di fare un passo indietro ritrovando una nuova legittimità dal basso. Le vicende di banca, Comune, Fondazione, sanità, università, aeroporto, ecc. ci raccontano storie che impongono un cambio di passo. Io non penso di essere l’unico uomo nuovo possibile, ma aspiro a competere democraticamente con altri (tre, quattro, cinque, uomini e donne, iscritti o meno ad un partito), verificando qual è il profilo migliore nell’unica maniera che conosco, cioè sottoponendomi in modo trasparente al giudizio degli elettori, senza investiture dall’alto oppure incontrollabili plebisciti via voto elettronico, secondo lo stile di Beppe Grillo».
«Mi risulta che, nonostante l’impegno per dare un governo efficace al Paese, i vertici regionale e nazionale del PD seguano con attenzione quanto sta avvenendo a Siena perché la considerano più di altre una città dove il centrosinistra deve mostrare la capacità di emendarsi dagli errori compiuti dimostrando di sapersi rinnovare ed essere ancora all’altezza di suscitare sviluppo economico e sociale. Aver escluso i rappresentanti del movimento che mi sostiene, Siena Cambia, dal gruppo ristretto del PD comunale che lavora per tentare di verificare se c’è una donna o un uomo che possa incarnare l’aspirazione di riscatto che la città si attende, evitando la strada maestra della scelta diretta del popolo delle primarie, mi pare un pessimo segnale perché ci metterebbe nelle condizioni di “prendere o lasciare”».
«Sembra quasi che si preferisca rischiare di perdere il sindaco, piuttosto che perdere il potere di controllo. Ci sono migliaia di senesi che guardano a me ed al progetto di cambiamento vero che rappresento con molto interesse. Non facciamo lo sbaglio fatto con Renzi, limitando la loro possibilità di esprimersi, perché se ne ricorderebbero al momento del voto. Io credo che il PD nel suo complesso sia ancora un partito ed uno spazio con molte persone per bene, con competenze irrinunciabili, con disponibilità all’innovazione, però gli apparati che tendono a difendere sé stessi diventano il peggior nemico del PD stesso. Spero che anche la direzione provinciale del PD, composta in gran parte da giovani volenterosi che sono estranei ai processi di decadimento che hanno colpito duramente Siena, riesca a svolgere un ruolo imparziale, di stimolo e di controllo, affinché si ricomponga la frattura fra gente e politica. Altrimenti diventeranno loro malgrado contaminati dalle medesime responsabilità».
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