Esattamente fra tre mesi, a Pasqua, ci sarà l’inaugurazione del tratto toscano della Via Francigena e dovrà essere l’occasione per avviare una revisione del sistema di accoglienza turistica a Siena e nel suo territorio. Il Tavolo tematico Turismo di Siena Cambia indica tre obiettivi: incrementare il flusso turistico, essere in grado di fornire un’accoglienza qualificata, offrire al turista esperienze tali da indurlo a restare il più a lungo possibile.
Il giudizio di Siena Cambia sull’attività fin qui svolta dall’Assessorato al Turismo, nell’arco di solo sette mesi e considerando le difficoltà di bilancio e l’assenza dei proventi della Fondazione MPS, è positivo, soprattutto per la capacità di riattivare anche tra i senesi la voglia di riscoprire la loro città.
Ma naturalmente la dimensione locale degli eventi non è sufficiente. Occorre perciò una progettualità che consenta di attingere a risorse straordinarie che possono essere individuate in campo europeo e i progetti per la candidatura di Siena Capitale della Cultura 2019 e la dimensione internazionale della città possono avere un ruolo importante. Un prossimo appuntamento è l’Expo 2015, con la Regione Toscana che stima di attirare un milione di visitatori in più: Siena deve essere coinvolta in questo progetto.
Una riflessione andrà fatta sulla tassa di soggiorno: a Siena, stando alle previsioni, sembra possa produrre un gettito di circa 2 milioni di euro all’anno. È uno strumento che va saputo comunicare, informando sull’uso che ne sarà fatto perché se ne percepiscano i benefici. L’impiego dei proventi andrà condiviso con le associazioni di categoria, senza però abdicare al ruolo che il Comune deve mantenere negli indirizzi e nelle scelte. Dall’impiego dei proventi della tassa si attendono anche interventi che migliorino i servizi d’accoglienza come, ad esempio, più bagni pubblici e servizi nelle aree di sosta camper e per le zone sosta dei bus turistici, in particolare a San Prospero, uno dei principali attracchi alla città.
Il turismo enogastronomico è un altro ambito su cui lavorare per migliorare l’accoglienza. Siena si trova in un contesto unico ambientale e di produzioni tipiche, ma non sempre la qualità della ristorazione è all’altezza: persistono deficienze ed improvvisazione e in alcuni luoghi strategici, talvolta è carente o incongrua rispetto al contesto: lasagne e milanese non possono essere al centro dei menù e la tipicità non può fermarsi alla bruschetta e agli affettati.
I ristoranti dovrebbero seguire un disciplinare che detta alcuni standard minimi di qualità che riguardano il menù, la carta dei vini, l’informazione da parte del personale di servizio, ecc. La formazione ha un ruolo fondamentale in questo percorso di qualificazione e un ruolo importante lo devono svolgere le associazioni di categoria che forse dovrebbero incidere di più in questo ambito presso i loro associati.
Siena Cambia
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