Un amaro in bocca, anzi un bel cazzottone in faccia è quello che lascia ai tifosi senesi il ko di domenica contro l’Inter. Perché la Robur meritava almeno un punto contro i nerazzurri, perché i bianconeri hanno lottato alla pari e anche meglio contro i grandi campioni di Ranieri, perché alla fine, ancora una volta, il Siena aveva lottato su ogni pallone pur di portare a casa il risultato. Ed invece quello che chiedeva Sannino, “anche un colpo di fortuna”, lo ha ricevuto l’Inter che grazie pure ad uno svarione difensivo è riuscito a trovare i tre punti miracolosi. Partita della grande amarezza, è vero, ma anche della consapevolezza che la formazione del patron Mezzaroma conferma di avere i mezzi ed una organizzazione di gioco per giocarsela alla pari con tutte.
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D’Agostino e Calaiò sono stati i migliori della gara in maglia bianconera. Il “mago” di centrocampo ha saputo dettare i tempi, regalare giocate importanti, anche sotto il profilo dello spettacolo ed ha contribuito spesso alle ripartenze e soprattutto alla fase difensiva. Un “jolly” di classe che ha fatto la differenza. Grande prova anche per Calaiò, al rientro da un serio infortunio, ha fatto coppia con Larrondo e in due occasioni ha avuto la palla buona per andare in rete. Sia sotto il profilo del gioco sia del carattere, l’attaccante del Siena ha confermato di essere un giocatore troppo utile alla filosofia di gioca della squadra.
Flop
Rossettini, Reginaldo e Brienza: tutti e tre per motivi diversi, ma che sono lo specchio della sconfitta contro l’Inter. Rossettini, ad esempio, che ha fatto a “sportellate” con gli attaccanti nerazzurri sbagliando solo un intervento, peccato proprio quello decisivo. Una amnesia su Castaignos che ha punito la Robur. Reginaldo, invece, entrato nel secondo tempo, doveva dare freschezza all’azione, doveva essere determinante nell’uno contro uno ed era chiamato pure ad una fase difensiva importante. Purtroppo non ha fatto niente di quello che gli era stato chiesto e si è fatto trascinare in giro per il campo risultando evanescente. Infine Brienza che ha giocato una grande partita, ma che ha macchiato con uno stupido gesto di stizza che da un professionista come lui non doveva arrivare. Se il calcio sfoderato dal folletto senese alla bandierina dell’angolo, subito dopo aver preso il gol, è capibile per il grande sconforto, è invece inqualificabile alla luce di un precedente cartellino giallo (per fallo veniale) che sommato al secondo lo renderà indisponibile per l’importante trasferta di Bologna. Da Brienza una ingenuità del genere non ce la saremmo mai aspettata, peccato.
Andrea Bianchi