Siena – Riorganizzazione delle Province: tutto da rifare per il Consiglio provinciale

La riforma dell’assetto istituzionale delle Province è stato il tema centrale del consiglio provinciale che si è svolto oggi, lunedì 30 luglio. Nel corso della seduta, dopo un ampio e partecipato dibattito, è stato approvato a larga maggioranza – con l’astensione di Udc e Idv – un ordine del giorno presentato dal Partito democratico e integrato dagli emendamenti dei gruppi di Rifondazione-Comunisti italiani e Lega Nord, tesi a rafforzare l’aspetto dell’autonomia delle Province. Il documento chiede ai parlamentari eletti sul territorio senese di assumere iniziative formali per evitare scelte dagli esiti dannosi e irreversibili e alla Regione Toscana di coinvolgere in maniera attiva le Province nella riorganizzazione istituzionale in atto, attraverso la discussione nel Consiglio delle autonomie locali (Cal) e in ogni altra sede che valorizzi la partecipazione degli enti territoriali. Il documento impegna anche il presidente e la giunta della Provincia di Siena ad assumere ogni iniziativa utile a modificare le scelte e gli effetti negativi del decreto sulla spending review, unendosi, se necessario, alla mobilitazione promossa da altre amministrazioni territoriali.

 

Attraverso l’ampia condivisione del testo, il consiglio provinciale ha voluto mettere in evidenza gli effetti negativi del decreto sullaspending review, definito come “una manovra con tagli lineari, non orientati a riqualificare la spesa e la riduzione degli sprechi e con interventi pesanti su enti locali, in particolare sulle Province”. “Per l’amministrazione provinciale di Siena – si legge ancora nel testo – il decreto si tradurrà in tagli insopportabili, che non terranno conto delle azioni di riorganizzazione e di risparmio già compiute e con ripercussioni pesanti su servizi per i cittadini, a partire da edilizia scolastica, manutenzione stradale, trasporto pubblico locale, tutela e promozione del territorio, politiche del lavoro e dello sviluppo”. A questo si aggiunge la forte preoccupazione per i drastici tagli ai trasferimenti statali e per la perdita di rappresentanza democratica per i cittadini nell’ente intermedio che andrà a sostituire le Province.

 

Il dibattito.  

Gruppo Pd. “Sappiamo benissimo le difficoltà che sta attraversando il Paese e le nostre critiche ne tengono conto – ha detto presentando in consiglio l’ordine del giorno il capogruppo Pd, Marco Nasorri – ma le Province sono state il solo agnello sacrificale, mentre non si è avuto il coraggio di fare una riforma organica di ridisegno degli assetti istituzionali, con il coinvolgimento delle autonomie locali. Da parte nostra c’è grande preoccupazione perché la riforma non individua per le nuove Province funzioni essenziali, a partire dalla delega allo sviluppo economico, che invece vengono mantenute per le città metropolitane, e conferma la decisione di non garantire alle nuove Province una rappresentanza democraticamente scelta dai cittadini, capace di assicurare autorevolezza e governabilità”. “A noi interessa – ha sottolineato Niccolò Guicciardini (Pd) – che a tutti i cittadini siano salvaguardati i diritti democratici e i servizi, indipendentemente dal luogo di residenza. Per decreto si sta introducendo un altro mastodontico ente di secondo grado che allenta la filiera democratica di questo Paese, rinunciando a intervenire dove si annidano i veri sprechi”.

 

Rsu Provincia di Siena. Tra gli interventi in Consiglio anche quello di Fabio Conti, Rsu Provincia di Siena. “Il processo di riordino delle Province – ha detto Conti – va avviato con modalità e tempi che consentano di coinvolgere i territori e le rappresentanze dei lavoratori. Vogliamo sollecitare la necessità di una cabina di regia di livello territoriale che governi i processi per definire il futuro assetto istituzionale delle Province, un tavolo che parta dalla salvaguardia e dalla tutela delle funzioni, dei servizi e della valorizzazione professionale dei lavoratori. Oggi, purtroppo, manca una visione unitaria di fondo per razionalizzare e semplificare il sistema istituzionale. Il decreto del governo propone soluzioni frettolose e scellerate alle esigenze di riduzione della spesa pubblica e al taglio dei costi della politica”.

 

Gruppo Pdl. Ha votato a favore dell’ordine del giorno sulla spending review anche il gruppo Pdl in consiglio provinciale, che è intervenuto per voce del consigliere Massimo Mori. “Non credo che chi è al governo – ha Massimo Mori (Pdl) – creda che tagliando le Province si risolvano i problemi del Paese. Sanno benissimo che le Province sono il pasto per il mal di pancia della gente verso la politica. Si sono colpite le Province consapevolmente, perché era il taglio meno pesante considerando che incidono sulla spesa pubblica per circa l’1,5% del totale. Cercando di mettere mano ai veri costi si sarebbero trovate molte più difficoltà e ostruzionismo da parte del Parlamento”. “Tra le conseguenze dell’accorpamento delle Province – ha aggiunto Francesco Michelotti (Pdl) vedo con preoccupazione anche lo smembramento dell’identità culturale dei territori e la scelta di ignorare la Costituzione. Occorreva un procedimento di revisione costituzionale prima di procedere con questa riorganizzazione. Per utilità, funzioni e competenze delle Province siamo assolutamente a favore della loro salvaguardia, ben altra cosa è il giudizio sul governo dell’ente, che per noi rimane negativo”. Lorenzo Rosso (Pdl), in fase di dichiarazione di voto, ha sottolineato la debolezza e l’inefficacia dell’azione a difesa delle Province nei confronti dell’opinione pubblica, a partire dall’azione dell’Upi.

 

Gruppo Sinistra ecologia e libertà. “La nostra discussione – ha detto Roberto Renai, capogruppo Sel – viene totalmente condizionata solo dal pareggio di bilancio, unico faro di un governo tecnocratico teso a garantire il pagamento dei debiti internazionali. Paragonare l’amministrazione provinciale alla casta serve soltanto per definire l’obiettivo dell’antipolitica che in questo momento regna in questo Paese”. Noi – ha concluso Renai – oltre alla perdita di un’identità secolare, siamo chiamati a difendere quei territori marginali dalle grandi politiche internazionali che oggi subiscono il peso più grande della crisi e del risanamento del Paese”.

 

Gruppo Udc. “Condivido quanto ha detto il consigliere Mori – ha sottolineato Angiolo Del Dottore, capogruppo Udc, intervenendo per motivare la sua astensione all’ordine del giorno – Si è scelto deliberatamente di sacrificare le Province. Non si tratta solo di questo, però. I tagli ai costi derivanti dalla riorganizzazione delle Province non saranno enormi, ma da qualche parte si deve pur cominciare. Mi astengo perché questo documento mi sembra un po’ strumentale ed equivoco rispetto alla posizione del Pd a livello nazionale. Le problematiche affrontate, in apparenza, sono incentrate sulla necessità di erogare servizi ai cittadini, sulle funzioni, ma il vero problema, a mio giudizio, riguarda quella differenza di circa 15 mila abitanti tra residenti del Comune di Grosseto a svantaggio di quello di Siena. Se il capoluogo di Provincia andasse a Grosseto, per Siena sarebbe l’anno zero. Si rimarrebbe senza la direzione delle principali istituzionali con sede provinciale e, naturalmente, ciò sarebbe un’ulteriore criticità in una situazione già tragica per la città e suo territorio”.

 

Gruppo Rifondazione-Comunisti Italiani. “Monti sta mettendo in pratica il disegno neo liberista – ha detto Antonio Falcone, consigliere Rifondazione-Comunisti italiani – che prevede la svendita del patrimonio pubblico a poteri forti e istituti finanziari. Cosa che i governi cialtroni che si sono succeduti negli anni Novanta hanno già fatto in maniera maldestra. La riforma degli assetti istituzionali non può essere messa in atto con un decreto e a step. Se, invece, si vuole camuffare la riforma con i tagli dei privilegi, si dovrebbe cominciare altrove e non tagliando la sola rappresentanza, come nel caso delle Province”.

 

Gruppo Lega Nord. “Mi trovo in una situazione paradossale – ha esordito Giovanni Di Stasio (Lega Nord) – vedere oggi una politica distrutta, allo sfacelo. Qui si è perso completamente il quadro complessivo della questione. In questo contesto potrebbero avere ragione tutti: chi vuole la soppressione, chi vuole l’accorpamento, chi vuole mantenere le attuali Province. Il problema è che non c’è una riorganizzazione organica complessiva dove ce ne sarebbe bisogno. La nostra pubblica amministrazione, così elefantiaca, avrebbe davvero bisogno di essere rivista. L’unica finalità positiva di questo ordine del giorno è di sottolineare la necessità di riorganizzazione complessiva degli assetti istituzionali, per il resto non serve a niente”.

 

Gruppo Idv. Antonio Giudilli, del gruppo Italia dei Valori, ha scelto di astenersi nel voto sull’ordine del giorno, a cui aveva presentato un emendamento respinto dal consiglio, in cui si invitava il presidente e la giunta a “salvaguardare l’attuale livello occupazionale delle amministrazioni provinciali”. “Le misure previste dal decreto legge sulla spending review e il caos che genererà – ha detto Antonio Giudilli (Idv) – dimostrano che avevamo ragione e che sarebbe stato meglio procedere con una legge di iniziativa popolare sull’abolizione delle Province”.

 

Approvate dal consiglio – con il voto contrario del gruppo Lega Nord – le modifiche e integrazioni al Regolamento provinciale per la disciplina delle autorizzazioni e concessioni e del canone di occupazione di spazi e aree pubbliche. Il consiglio ha poi approvato la modifica della disciplina del Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp) per individuare i termini per gli adempimenti conseguenti all’entrata in vigore del Piano stesso e l’avvio del procedimento urbanistico e della Vas per la variante tesa a individuare le zone di protezione ambientale della risorsa idrica minerale, di sorgente e termale. La modifica della disciplina è stata approvata con il voto favorevole di Pd, Sel e Idv; il voto contrario dei consiglieri Lorenzo Rosso e Francesco Michelotti (Pdl) e l’astensione di Angiolo Del Dottore (Udc); Antonio Falcone (Rifondazione-Comunisti Italiani); Giovanni Di Stasio (Lega Nord Toscana) e Marco Andreassi (Pdl). L’avvio del procedimento urbanistico e della Vas, invece, è stato approvato con il voto favorevole di Pd, Sel e Idv; il voto contrario di Lega Nord e Pdl e l’astensione di Udc e Rifondazione-Comunisti Italiani

 

L’interrogazione di Antonio Falcone (Rifondazione-Comunisti Italiani). All’interrogazione del consigliere Antonio Falcone (Rifondazione-Comunisti Italiani) sui contributi della Fondazione Mps ha risposto il presidente della Provincia di Siena, Simone Bezzini. Bezzini ha fornito al consiglio il dettaglio delle cifre del credito della Provincia di Siena nei confronti della Fondazione Monte dei Paschi, l’entità delle erogazioni non ancora liquidate e delle risorse ad oggi rendicontate e in attesa di pagamento. “Mi ritengo soddisfatto – ha detto Falcone – perché il presidente ha dato puntuale risposta alle mie richieste. Rimangono, ovviamente tutte le perplessità e le preoccupazioni per la situazione, che vede l’ente in una posizione di sbilanciamento significativa che meriterà ulteriori approfondimenti della giunta e del consiglio”.

 

L’ordine del giorno di Giovanni Di Stasio (Lega Nord Toscana). La seduta si è conclusa con la discussione di un ordine del giorno presentato dal consigliere Giovanni Di Stasio (Lega Nord Toscana) che impegna la Provincia a richiedere il bilancio della Fondazione Mps e a informare il consiglio sulla situazione economica dell’istituzione in tempi rapidi. “L’ordine del giorno – ha detto Di Stasio – chiede maggiore assunzione di responsabilità da parte di chi avrebbe già dovuto seguire, in maniera autonoma, quanto stava accadendo in un’istituzione di cui è ente nominante. L’indebitamento della Fondazione e la conseguente drastica riduzione delle erogazioni sul territorio stanno avendo pesanti ripercussioni anche sull’attività della Provincia. Ribadisco anche la necessità di rivedere lo Statuto, per permettere agli enti nominanti di essere più corresponsabili, sia nelle scelte che nei risultati. Prendo atto con rammarico anche del silenzio dei partiti di maggioranza che governano questo territorio su un tema così delicato e importante”.

 

L’ordine del giorno è stato condiviso dal Pdl che, attraverso il consigliere Francesco Michelotti (Pdl) ha definito “doverosa la rendicontazione da parte di un’istituzione a cui si lega anche il commissariamento del Comune di Siena”. “La Fondazione Mps – ha detto Marco Nasorri (Pd) – non è obbligata a depositare il bilancio in Provincia. Tuttavia, l’amministrazione ne ha già richiesto una copia. Da parte della maggioranza non c’è nessuna reticenza ma, piuttosto, piena disponibilità a confrontarsi sulla situazione economica della Fondazione Mps”. “La maggioranza – ha aggiunto Roberto Renai (Sel) – tornerà presto su questo tema, anche in maniera più incisiva”. L’ordine del giorno è stato respinto con il voto favorevole di Lega Nord Toscana, Pdl e Udc; il voto contrario di Pd, Sel e Idv e l’astensione di Rifondazione-Comunisti Italiani.