“Come è noto Bruno Valentini, per correre da candidato sindaco del Pd, è stato nominato presidente del Cda della società “Monteriggioni Ad1231”: così ha lasciato l’incarico di sindaco di Monteriggioni per motivi di incompatibilità”, ricorda Giulia Simi, candidata della lista Siena Rinasce a sostegno di Eugenio Neri sindaco di Siena.
“In questo momento non ci interessano i particolari del “giochetto legale” usato da Valentini per lasciare il suo incarico di sindaco, evitando il commissariamento del Comune, ma vorremmo sottolineare come questo comportamento sia un esempio pessimo di come in tanti enti locali si gestisce la cosa pubblica. Ma quali sono stati i criteri per cui Bruno Valentini è stato eletto presidente? E’ adatto a ricoprire un tale incarico? Quali sono gli obbiettivi fissati che intenderà raggiungere? Pensiamo che non solo i cittadini di Monteriggioni hanno il diritto di sapere, ma forse sarebbe bene che anche i senesi ne avessero piena consapevolezza in vista delle prossime elezione amministrative”, prosegue Simi.
La candidata di Siena Rinasce ricorda: “Come sappiamo i recenti e numerosi scandali che hanno riguardato le amministrazioni pubbliche nascono in gran parte da un sistema di controllo di natura meramente formale che si è dimostrato inadeguato, ciò rende necessaria la predisposizione di strumenti di controllo legati ai risultati gestionali e alla qualità dei servizi. Per questo è urgente far uscire l’Italia dal soffocante controllo partitocratico di società partecipate che sono al servizio non tanto dei cittadini, quanto delle clientele politiche ed economiche”.
Per questo la lista “Siena rinasce” per Eugenio Neri sindaco, chiede “di fare luce nella selva delle aziende controllate o partecipate per separare il ruolo di garanzia istituzionale dalla responsabilità manageriale. Serve una ricognizione degli assetti societari per valutare le reali competenze e gli eventuali conflitti d’interesse degli attuali nominati e stabilire l’incompatibilità per tutta la durata della consiliatura tra la carica di consigliere comunale e quella di membro a vario titolo degli organi delle società controllate o partecipate comunali, provinciali e regionali”, dice ancora Giulia Simi.
Da qui la proposta: “E’ necessario distinguere i servizi dagli ‘affari’, intendendo per ‘affari’ non solo ricavare profitti, ma anche crescere e mantenere clientele, perciò è necessario programmare l’uscita del Comune da tutte quelle società o partecipate che non si occupino di servizi pubblici essenziali di interesse generale che potrebbero essere offerti dai privati, fermo restando il controllo pubblico sui costi e qualità dei servizi. In questo modo il ricavato sarà utilizzato in primis al fine di ridurre le imposte locali ai cittadini meno abbienti”.
In ultima analisi, la riflessione della candidata di Siena Rinasce torna sul ‘caso Monteriggioni’: “In Italia il 62,4% degli organismi partecipati degli Enti Locali svolge attività riconducibile ad altri servizi non assoggettati ad obblighi di servizio pubblico e, quindi, collocabile sul mercato. A questo proposito basta leggere lo statuto della società “Monteriggione Ad1231” in cui si scoprono le sue numerose attività. Diamo solo qualche esempio: organizzazione di eventi culturali e sportivi, gestione dei punti d’informazione, gestione dei parcheggi e di aree di sosta istituite dal Comune, gestione e realizzazione di strutture turistiche, gestione di mense centralizzate e scolastiche, gestione dei servizi funebri e cimiteriali, gestione dei campeggi e strutture alberghiere e termali di proprietà del Comune, e tanti altri servizi. In questo modo – conclude Simi – la presenza del Comune ostacola l’iniziativa privata e non supplisce alla sua mancanza; di fatto impedisce la concorrenza, non premia la capacità e il merito delle persone, non offre la possibilità ai giovani e meno giovani di tentare una qualsiasi attività imprenditoriale”.
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