E’, in estrema sintesi, quanto emerge dal settimo rapporto dell’Area Research di Banca Monte dei Paschi su Il mercato residenziale italiano e i mutui alle famiglie: timidi segnali di ripresa? Lo studio analizza i risultati definitivi del 2012 e del primo semestre 2013 sugli immobili residenziali e sul mercato dei mutui bancari alle famiglie e comprende un focus sul mercato degli immobili residenziali in Toscana, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto curato dall’Ance Toscana.
Dai dati emerge che la contrazione nelle compravendite di immobili residenziali nel 2012 è stata del 25,7% rispetto all’anno precedente (equivalenti a circa 150.000 transazioni in meno). Le variazioni nel primo semestre 2013 mostrano per ciascuna area territoriale un decremento del numero di transazioni: il calo più consistente è stato registrato al Centro (-7,9% a/a).
Anche il settore degli immobili di lusso risulta colpito per la prima volta. In calo gli investimenti in nuove abitazioni, sia in Italia, dove il rapporto investimenti/Pil torna ai livelli del 2006, che in Europa.
Tra i Paesi europei monitorati la Spagna ha il rapporto Investimenti/Pil con il calo più evidente: 5,2% nel 2012 da 13% nel 2006. Nel corso degli ultimi quattro anni, eccetto i giudizi di neutralità espressi nel 2010, il trend sul mercato italiano ha sempre segnalato livelli di arretramento ed i primi sei mesi del 2013, secondo il Centro Studi di Ance Toscana, non mostrano la tanto attesa fuoriuscita dalla crisi del mercato immobiliare. Si è però ridotta la velocità di caduta che è stata a livello nazionale nel primo trimestre del -13,8% e del -7,7% nel secondo trimestre, contro il -19,5% ed il -25,2% dei corrispettivi trimestri del 2012.
Nel primo semestre del 2013 complessivamente considerato, la contrazione delle compravendite in Toscana è stata del -13% (era il -23% nel primo semestre 2012), in Emilia Romagna è stata del -9%( era il -26%), in Veneto del -12% (era il -26%), in Lombardia del -13% ( era il -21%). Capoluoghi e non capoluoghi hanno andamenti difformi: ad esempio in Toscana nei capoluoghi nel secondo trimestre 2013 si ferma ad un -6,1% mentre nei comuni non capoluogo è ancora più che doppia, al -14,1%. Nella graduatoria delle province delle quattro regioni costruita in base alla misura delle variazioni negative, il gruppo delle migliori dieci, aperto da Massa che non registra variazioni, è composto da quattro province toscane (Massa, Lucca, Siena e Prato), quattro province emiliane (Bologna, Parma, Reggio Emilia e Modena) cui si aggiungono Mantova per la Lombardia e Vicenza per il Veneto. Il gruppo delle peggiori dieci, chiuso da Pistoia con -24%, è composto da quattro province della Toscana (oltre a Pistoia vi sono Arezzo, Grosseto e Pisa), quattro della Lombardia (Como, Cremona, Sondrio e Varese) cui si aggiungono Rimini per l’Emilia Romagna e Belluno per il Veneto.
Per quanto riguarda i mutui, lo stock in Italia ha mostrato un trend migliore rispetto all’Europa nel 2012, con una variazione a/a del +1,49% ed una quota di mercato dell’Italia sul totale dei mutui residenti nell’Area Euro che rimane sostanzialmente invariata al 9,67% (era 9,57% a dicembre 2011). A giugno 2013 lo stock dei prestiti risulta in calo del -0,79% a/a in Italia e in crescita del +1,19% a/a nell’Area Euro.
Da inizio anno la nuova produzione registra invece una decelerazione della flessione con flussi in calo del -23,2% a/a a marzo del 2013 rispetto al -53,8% dello stesso periodo del 2012. La contrazione del 2012 è confermata anche dal campione Assofin, dove sono gli “Altri Mutui” (sostituzioni e surroghe) a subire la contrazione maggiore (-70,7% in termini di flussi e -68,6% in termini di numero di contratti).
Il tasso variabile sulle nuove erogazioni di mutui alle famiglie, dopo la fase di rialzo conclusasi nella prima parte del 2012, si assesta al 3,43% a luglio del 2013. Il tasso euribor a 3 mesi rimane stabile mentre il tasso fisso, dopo aver registrato una diminuzione nel 2010, a luglio 2013 aumenta al 4,64%. Di conseguenza lo spread fisso–variabile si è ridotto a luglio 2013 all’1,21% rispetto all’1,15% dello stesso periodo dell’anno scorso.
Nel corso del primo semestre 2013, le nuove erogazioni a tasso fisso hanno ricominciato ad aumentare, ma il 56% delle erogazioni è ancora stipulata a tasso variabile che rimane la forma preferita dagli italiani.
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