Il treno sfreccia tra Padova e Treviso, in mezzo alla pianura padana, e attraversarlo lungo i suoi tredici vagoni è un po’ come fare un viaggio in Toscana, da Aulla a Grosseto. Il presidente della Regione ne approfitta per parlare con gli studenti, capire le loro emozioni e ringraziare soprattutto gli insegnanti per il lavoro fatto. Senza di loro il treno della memoria sarebbe diverso. A loro il compito di motivare e preparare i ragazzi. E il lavoro fatto lo vedi.
Tra gli studenti sul treno toscano della memoria qualcuno ne approffitta per riposarsi. Qualcun’altro mangia e gioca. Molti leggono i libri che gli sono stati consegnati, con le biografie e i racconti dei testimoni sopravvissuti, compresi quelli sul treno toscano. C’è chi torna dalla carrozza 1 dove le sorelle Andra e Tatiana Bucci, le uniche bambine italiane sopravissute ad Auschwitz, parlano senza sosta con tutti. Altri, davvero tanti, rimettono in ordine gli appunti del reportage che dovranno preparare al ritorno a scuola. C’è chi lavora sugli intramontabili blocchi notes. Altri si appuntano note sul computer e lanciano messaggi dall’Ipad.
Un gruppo di studenti parla anche di mafia, camorra e terrorismo. La discussione è iniziata quando il treno è passato da Vernio e l’insegnante ha ricordato loro la strage che lì si consumò nel 1984, sul Rapido 904.
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