Intervento dell’Assemblea Siena Beni Comuni
Lo scorso 13 aprile circa 20 rappresentanti dell’assemblea Siena Beni Comuni hanno dato vita a un “flash-mob”, una performance improvvisata sulla questione della Tav nel piazzale e sui binari della stazione di Siena.
La protesta vuole unirsi alle centinaia di piccole e grandi mobilitazioni che in tutta la penisola hanno accompagnato il tentativo di mettere in pratica i primi espropri in Val di Susa. Con questa iniziativa l’assemblea Siena Beni Comuni non si è voluta limitare ad esprimere la massima solidarietà al popolo valsusino, ma ha messo in campo un’azione contro-informativa su alcune delle tante, troppe, buone ragioni per dire NO TAV.
Al grido di “Pendolari di tutta Italia unitevi” abbiamo voluto sottolineare questo aspetto: mentre le lavoratrici e i lavoratori pendolari di tutta Italia e di Siena, in particolare, soffrono quotidiani disservizi, ritardi, soppressioni di corse essenziali, fatiscenza dei convogli, il nostro governo e tutti i partiti che lo appoggiano si preoccupa di dirottare ingentissime risorse pubbliche per le cosiddette “Grandi Opere”
Una linea ferroviaria, quella di Firenze-Siena, che dovrebbe essere tra le più spedite della Toscana vista la quantità di pendolari e il gran richiamo turistico di Siena e invece è un disastro. Binario unico con perdita di tempo negli scambi tra i convogli in opposte direzioni, niente elettrificazione della linea e di conseguenza tutte locomotive diesel, un percorso di spigolose curve granducali, l’epoca a cui risale la linea ferroviaria Firenze-Siena, che rallentano i convogli, l’obbligo, per andare da Firenze a Siena di allungare fino a Empoli, consumando 103 chilometri invece dei 60 che ci sono tra le due città. C’è un treno ogni ora da Rifredi, più un altro che si prende cambiando a Empoli, ma il diretto ci mette un’ora e mezzo, contro l’ora per Pisa nonostante disti da Firenze 81 chilometri contro i 60 di Siena.
La Tav riguarda tutti, non può essere ridotta a una questione che interessa solo la Val di Susa. Dunque accogliamo e facciamo nostro l’appello che arriva dal movimento NO TAV: che le bandiere sventolino in ogni luogo dove il vento della Valle, carico di resistenza e solidarietà, arriverà a soffiare.
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