I comuni della Valdelsa e del Chianti sono caratterizzati da sistemi idrici non interconnessi che contano su una disponibilità di acqua estremamente limitata e dispersa. Gli acquiferi risultano fortemente sfruttati soprattutto in prossimità dei centri urbani, dove il progressivo aumento dei consumi civili, produttivi e turistici ha creato nel tempo situazioni di criticità. La ricerca di soluzioni di ampio respiro a tale problematica ha portato all’idea di utilizzare l’acquifero carbonatico della Montagnola Senese, in grado di soddisfare alcuni requisiti strategici: incremento della disponibilità idrica, riduzione dei punti di prelievo, alto grado di integrazione tra risorse idriche e reti acquedottistiche, riduzione della vulnerabilità impiantistica e riequilibrio dei bilanci idrogeologici. In seguito a una serie di indagini geofisiche, l’area di Badia a Coneo, dove è già presente una sorgente utilizzata a scopo idropotabile fin dal 1930, si è rivelata ottimale sotto il profilo idrogeologico per la realizzazione di un nuovo campo pozzi che renderà disponibile un quantitativo di acqua pari a circa 270 litri al secondo, ovvero 230 litri al secondo dopo il trattamento di potabilizzazione.
“Per risolvere la grave emergenza idrica che stiamo attraversando – afferma Claudio Ceroni, presidente di Acquedotto del Fiora – è fondamentale creare sinergie tra gli attori che operano nei diversi ambiti del territorio regionale, come nel caso di questo progetto, che vede la collaborazione tra Acquedotto del Fiora, Acque e Autorità Idrica Toscana”. “L’obiettivo che ci siamo posti con la progettazione del nuovo campo pozzi – prosegue Ceroni – è assicurare disponibilità di risorsa durante il periodo estivo, così da soddisfare anche le punte massime di consumo date dalla presenza di molte utenze turistiche in concomitanza con il fisiologico incremento dei consumi residenziali dovuti al clima caldo”. “Con questo progetto comunque guardiamo anche al futuro – conclude Ceroni – perché ci consentirà di programmare la dismissione di alcune fonti di approvvigionamento attuali che forniscono risorsa di scarsa qualità e che quindi sarebbe opportuno abbandonare per gli elevati costi di trattamento che comportano e inoltre permetterà di soddisfare il fabbisogno idrico per gli interventi di urbanizzazione previsti nei prossimi dieci anni”.
“Il progetto – commenta il sindaco di Colle di Val d’Elsa, Paolo Brogioni – porterà a mettere in rete una risorsa fondamentale, quale è quella idrica, rompendo i confini territoriali degli attuali Ato (Ambito territoriale ottimale) che interessano il territorio della Valdelsa senese e fiorentina e del Chianti senese: l’Ato 2 Basso Val d’Arno e l’Ato 6 Ombrone. Il nuovo campo pozzi nella zona di Badia a Coneo, grazie alla buona disponibilità di acqua individuata, insieme alle altre opere previste permetterà di servire numerosi Comuni delle aree interessate, omogenee tra di loro sul fronte del fabbisogno e del consumo idrico, e di migliorare situazioni di criticità che si verificano soprattutto nel periodo estivo. Il progetto assume un valore strategico, con senso di responsabilità e di maturità da parte delle istituzioni, e propone una sinergia e un’ottimizzazione delle risorse disponibili, anche naturali. Con queste caratteristiche, si inserisce bene nel contesto delle politiche di area promosse, da tempo, in Valdelsa. In questo caso, il coinvolgimento si è allargato anche ad altre realtà, a conferma che per dare un futuro ai nostri territori in maniera sostenibile e attenta alle esigenze delle comunità locali è fondamentale unire le forze e agire in maniera integrata”.
Oltre al nuovo campo pozzi di Badia a Coneo, il complesso delle opere in progetto prevede la costruzione di un impianto di potabilizzazione per la rimozione dei solfati, la realizzazione di un deposito iniziale in quota per l’accumulo dell’acqua trattata, lo sviluppo del complesso sistema di adduzione ai comuni di Casole d’Elsa, Castelfiorentino, Castellina in Chianti, Certaldo, Colle di Val d’Elsa, Gambassi, Montaione, Montespertoli, Poggibonsi, Radda in Chianti e San Gimignano e la costruzione di un deposito intermedio con funzione di sconnessione idraulica, riserva e compenso.
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