Attraverso un’articolazione per province, viene proposto un quadro della storia produttiva della regione che, attraverso gli oltre 150 siti censiti e le 46 strutture musealizzate, offre una panoramica talvolta sconosciuta anche agli addetti ai lavori, completata da quasi 100 strutture ricettive e commerciali, realizzate all’interno di ex edifici produttivi. “Volendo realizzare una guida, la prima del genere in Italia, e non un lavoro accademico – ha sottolineato l’autore – è stato proprio il criterio della contiguità a guidare la scelta delle strutture di accoglienza, stante il fatto che anche per me era la prima volta che mi trovavo a lavorare con spirito turistico”.
Guanci, uno dei maggiori conoscitori dei siti di interesse archeo-industriale della penisola, oltre a fare una ricognizione dettagliata dei manufatti ancora oggi osservabili racconta la storia delle infrastrutture, delle aziende e della macchine che facevano parte del patrimonio industriale toscano; e che le trasformazioni urbanistiche ed economiche intervenute nell’ultimo
cinquantennio hanno cancellato dal panorama urbano di vaste aree. “Questo lavoro avvia la ricerca di un vero e proprio nuovo itinerario regionale – ha sottolineato Alberto Peruzzini, direttore del settore Turismo di Toscana Promozione -. Puntiamo su turismi esperenziali e motivazionali, e abbiamo già verificato numeri importanti di possibili risposte nel settore archeo-industriale in Inghilterra e Germania”.
Per aiutare in questo lavoro di ricostruzione, in cui confluiscono la storia dell’architettura, la storia economica e la storia sociale – perché la storia delle fabbriche è innanzitutto la storia di chi ci ha lavorato – l’autore propone una ricchissima raccolta iconografica composta da foto d’epoca e tantissimi scorci recenti . Ne viene fuori un grande affresco in cui spiccano le cartiere di Lucca e di Pescia, le cave di Marmo delle Apuane, le gualchiere e i mulini disseminati tra il Bisenzio e l’Arno, le ferriere di Colle Val d’Elsa e della Montagna Pistoiese, i siti estrattivi di Cavriglia, delle Colline Metallifere e dell’Isola d’Elba, le miniere dell’Amiata e i soffioni di Larderello, gli stabilimenti della Piaggio di Pontedera e quelli del vetro di Empoli e della Valdelsa.
“Un viaggio affascinante alla scoperta delle “cattedrali dell’industria, vanto della Toscana che produce – ha sottoilineato il consigliere regionale Paolo Bambagioni – che mi ha spinto a sostenere fin dal primo momento il progetto di Guanci e dell’editore”.
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