uRadio, la piccola radio degli studenti universitari di Siena, si sta confrontando in questi giorni con una problematica annosa, che rievoca il fermento creativo delle radio libere degli anni 70 o le crociate per la libertà di espressione della nota radio inglese degli stessi anni, Radio Caroline, ancorata nel mare del Nord, pirati musicali e di fatto: il diritto di autore.
uRadio va in diretta attraverso una piattaforma online, Spreaker.com, un social network musicale che offre diversi servizi per i suoi utenti: una console digitale, un archivio musicale e diverse modalità di erogazione dei contenuti, dallo streaming in diretta al podcast. Spreaker.com non è un remoto servizio con sedi oltremare o gestori irraggiungibili ma è nato a Bologna e lo staff è italiano. Ultimamente il suo grande successo ha attirato l’interesse di investitori americani, inclini a supportare questa start-up nel suo lancio globale. Esiste però un problema che sta flagellando la rete e che tenderà a dilagare con sempre maggiore prepotenza: il copyright.
Tra Spreaker e l’utente sussiste un contratto che stabilisce che le responsabilità in merito all’utilizzo di tracce musicali ulteriori rispetto a quelle fornite dall’archivio di Spreaker, spetta al solo utente, che deve dunque allinearsi alle normative e utilizzare solo materiale originale acquistato regolarmente. Ma in Italia esiste una limitazione imposta alla diffusione di questi materiali, regolata dalla SIAE. Spreaker e Siae da due anni sono in trattative per la stipula di un accordo per la tutela degli utenti, ma, dal Forum di Spreaker è stata comunicata la dissoluzione di ogni tipo di negoziazione, pertanto dal 1 Febbraio 2012 le radio di Spreaker.com diventeranno irregolari, a meno che non provvedano personalmente a stipulare un contratto con la Siae, le cui spese si aggiungeranno al canone per l’utilizzo di Spreaker.
Alcune precisazioni: Spreaker.com afferma che dal 1 Febbraio 2012 gli accordi con SIAE non saranno rinnovati, mentre l’Ufficio Trasmissione WEB di SIAE risponde che non c’è mai stato nessuna accordo e le trattative erano in corso. Spreaker.com, inoltre, non ha dato comunicazione ufficiale sull’argomento ma ha pubblicato solo alcuni post, talvolta contraddittori, sul suo Forum, di cui molti utenti non conosco l’esistenza. Inoltre da parte sua la SIAE ha inoltrato agli utenti di Spreaker che hanno richiesto la regolarizzazione, il contratto Web Radio tradizionale che considera soglie di ascolti altissime e quindi canoni di spesa altrettanto alti.
uRadio, pertanto, sta organizzando da giorni un movimento di protesta impernato su un manifesto programmatico, reperibile a questo link:
http://www.uradioblog.blogspot.com/2012/01/documento-programmatico-per-la.html
uRadio chiede a Spreaker di inviare a tutti gli utenti italiani una comunicazione ufficiale dettagliata sui doveri degli utenti e sui rischi che corrono in caso di inadempienza rispetto alle normative SIAE. E’ infatti fondamentale che l’azienda sia chiara e corretta con i suoi utenti, presupposti basilari per il mantenimento dei rapporti fra Spreaker e coloro che pagano per i suoi servizi. Inoltre si chiede a Spreaker di condurre insieme ai radioamatori italiani la richiesta di revisione della contrattualistica Siae, ancorata a modelli ormai superati, specialmente per quanto riguarda la condivisione dei contenuti in rete.
In questi giorni il manifesto programmatico è stato sottoscritto da decine di web radio italiane, che ci hanno raccontato le loro storie: alcune sono universitarie come uRadio, sempre alla ricerca di una piccola apertura ufficiale da parte dei docenti o dei Rettori, altre sono condotte da gruppi di amici più o meno giovani amanti della musica e promotori degli artisti locali, altre ancora sono legate a vere e proprie attività economiche e si configurano come radio di servizio. La vicenda che ci ha toccato più profondamente è quella di RadioMid, la radio del Movimento Italiano Disabili che pone il problema centrale della vicenda: ma come possono, piccole associazioni senza scopo di lucro, pagare migliaia di euro all’anno? Questo comporterebbe la chiusura di molte web radio impossibilitate a sostenere questi costi e quindi alla sparizione di tante sorgenti di informazione e musica, che danno voce a realtà spesso lontane dai canali mediatici nazionali.
Tutto questo si colloca, poi, al centro di un dibattito nazionale che vede la SIAE nella bozza del decreto liberalizzazioni, quindi, probabilmente, ad un passo dalla sua dissoluzione.
Nel frattempo sono state attivate diverse iniziative, grazie al loro di comunicazione imponente fra uRadio e le web radio di Spreaker di tutta Italia: domenica 29 Gennaio alle 18 molte radio andranno in diretta congiunta con lo stesso titolo: Salviamo le radio di Spreaker. uRadio per l’occasione proporrà uno speciale di UniVerità in cui si tratteranno queste problematiche dal punti di vista normativo e avremo in diretta diversi utenti che racconteranno le loro esperienze e le loro preoccupazioni. Anche un rappresentante di Spreaker è stato invitato alla diretta.
Da Lunedì 30 Gennaio a Domenica 5 Febbraio uRadio effettuerà uno sciopero della musica: niente tracce musicali ma canto ed esibizione musicale unplugged da parte di musicisti senesi. Altre radio effettueranno uno sciopero totale e non andranno in onda.
Un ringraziamento doveroso va al Corriere di Siena e di Sienanews.it, firmatari del documento programmatico, che sono vicini a uRadio in questo momento di difficoltà.
Ricordiamo, infine che lunedì 30 gennaio su LA7, il programma Innovation, in onda dopo L’infedele, proporrà un servizio su uRadio girato a luglio dello scorso anno. La storia di una piccola radio universitaria e la lotta per la sua sopravvivenza andranno, così, in onda negli stessi giorni.
Valentina Carbonara
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