L’Aquila ha estratto il Bruco, con la ghiandina della Pantera ancora a scalpitare nell’urna. E alla sesta estrazione, le possibilità di pescare l’avversaria erano veramente alte. Invece l’estrazione fortunata lascia la contrada che non vince da più tempo tra quelle sul tufo il prossi- mo 2 luglio senza l’avversaria, libe- ra di impostare un Palio all’attac- co, senza preoccupazioni. Renato Romei, capitano attuale, era anche il massimo dirigente paliesco di piazza Postierla anche il 3 luglio 1992. A lui gli aquilini affidano le speranze della strategia vincente. Che parte da Ghiani ma che
spazia anche verso altri nomi interessanti.
L’estrazione a sorte delle contrade vi ha lasciato senza avversaria in Campo. Questo permette di fare un Palio senza condizionamenti.
“Correre un Palio senza avversaria è una positiva. Per una contrada che non vince da venti anni provare a vincere è nell’ordine delle cose”.
Avete investito tanto su Federico Ghiani, ma si parla anche di Giovanni Atzeni o Jonatan Bartoletti. Come si possono definire queste “gerarchie” strategiche?
“Già dallo scorso anno avevamo fatto un investimento su un fantino che fosse legato a noi e Federico sta dimostrando di meritarselo. Mi sembra che sia un fantino che merita veramente molta attenzione nel panorama e soprattutto siamo certi della sua determinazione, della sua grinta e del suo attaccamen- to al giubbetto dell’ Aquila. Logico che quando uno non vince da venti anni uno si deve cautelare nella possibilità di avere un cavallo super competitivo e costituire l’accoppiata con u fantino di esperienza. I nomi fatti sono sicuramente delle possibili- tà”.
Si sono visti dei cavalli competitivi in provincia?
“Per la verità forse qualche nome nuovo sì ma non tali per ora da es- sere giudicati come cavalli competitivi, la provincia è un’indicazione ma poi la Piazza è il vero terreno su cui giudicare”.
Come si comporterà l’Aquila nella scelta del lotto dei dieci?
“L’Aquila ha sempre votato per i cavalli migliori, non solo io ma anche i capitani che mi hanno preceduto in genere è nella tradizione della contrada. Bisognerà distinguere poi in base a quali cavalli arriveranno”.
Perché puntare su un investimento quotidiano come quello del fantino di contrada in questo tempo di crisi?
“Noi abbiamo scelto di puntare sul fantino di contrada senza che ci fosse la crisi, è importante cercare di dare un futuro alla Festa nel senso che è bene guardarsi intorno e cercare delle persone capaci che possono portare rinnovamento alla Festa e non è così importante guarda- re il lato oneroso. Poi avere la certezza di un fantino che ha per la testa gli stessi intenti della contrada è una scommessa che si può fare”.
Per concludere: sarà un Palio più povero?
“Mi aspetto di sì anche per rispetto alla situazione che coinvolge un po’ tutti. Credo che tutti dovremmo adeguarci al momento”.
Alarico Rossi