Inviateci racconti, ricordi, foto dei vostri viaggi. E’ la nuova rubrica di SienaNews che vogliamo inaugurare pubblicando il primo di una serie di articoli scritti da David Rossi sul prestigioso mensile “Dove”.
David Rossi, fondatore del nostro quotidiano on line di cui vogliamo mantenere sempre vivo il ricordo.
Biglietti di auguri
C’è chi è convinto che a inventare Babbo
Natale sia stata la Coca-Cola. In realtà
furono gli olandesi a importare in America il
santo che poi sarebbe diventato Santa
Claus. Nella prima illustrazione, in un libro
del 1823, era vestito da cacciatore.
Qualche anno dopo venne introdotto il
cappotto rosso con la pelliccia bianca che
poi sarebbe diventato uno standard con la
diffusione, negli Stati Uniti, delle cartoline
d’auguri.
Negli anni Venti del Novecento, la Coca-
Cola utilizzò questa immagine per la sua
pubblicità e da allora è diventata una
immagine collettiva che ha messo in
secondo piano i simboli delle feste, anche
della nostra civiltà contadina.
Oggi, le luminarie nelle vie delle città,
l’albero, i fuochi pirotecnici di Capodanno
sono ciò che rimane della lotta contro il
buio, la ricerca della luce nei mesi
dell’oscurità invernale, del calore contro il
gelo che una volta si combatteva
semplicemente con il fuoco. Un grosso
pezzo di legno rappresentava lo spirito di
Natale e faceva da guida fino a San
Silvestro.
Enzo Bianchi, piemontese, in Ogni cosa alla
sua stagione (Einaudi, 2010), racconta che,
la vigilia di Natale, gli uomini continuavano a
lavorare come negli altri giorni e solo verso
sera portavano a casa un ceppo. Quel
tronco con le sue radici, tagliato alla base
degli alberi e lasciato seccare a lungo sotto
il portico, veniva messo nel camino prima
che tutti andassero in chiesa per la messa
di mezzanotte: ardendo lentamente
avrebbe aspettato il ritorno dei padroni di
casa. “Allora, assieme a un bicchiere di
moscato, ci si scambiavano gli auguri, si
aprivano i regali e poi si andava a letto. Se
al ritorno della messa si trovava il ceppo
che ardeva di un fuoco robusto si diceva:
buon segno, ci sarà pace in famiglia e con i
vicini”, scrive Bianchi.
Anche i contadini toscani usavano un
grosso ceppo di quercia
che bruciava tutta la notte
della vigilia e veniva
riacceso ogni sera fino
all’Epifania. Al Sud,
invece, il ceppo veniva
ricoperto di edera e
circondato da altri dodici legni più piccoli
come simbolo di Gesù e degli apostoli.
Proprio da questa antica abitudine derivano
i dolci di cioccolata a forma di ceppo, per il
pranzo di Natale.
Al bosco è legata la principale festa
natalizia sul Monte Amiata, quella delle
Fiaccole di Natale di Abbadia San
Salvatore (Si). Sono fuochi alti 6-7 metri
preparati con grandi cataste a forma di
piramide che possono durare molto a lungo
mentre ai passanti, per tutta la notte della
vigilia, vengono offerti vino, pane, salsicce
arrostite e salumi. In un modo o nell’altro, il
freddo passa.
David Rossi