Ormai noto a tutti, proprio lungo il viale che porta all’ospedale cittadino, quella specie di lungo “concone” (ex-canalone che doveva svolgere un ruolo fondamentale per il ri-circolo delle acque bianche nel progetto del quartiere ecologico) ormai divenuto, e adattato, a grande raccoglitore di rifiuti, acqua stagna e insetti. Insetti di svariata natura che svolazzano lungo la strada e che accompagnano il tragitto di qualsiasi pedone che si trovi ad attraversare il lungo viale in direzione ospedale. Coinvolti quotidianamente nel disagio gli abitanti di via Partini e di via Fantastici. A farne le spese soprattutto i bambini, che come ogni estate vengono assaliti da punture di notevole entità. Il tutto semplicemente trovandosi a giocare davanti a casa e magari tirando due calci ad un pallone.
Molte le lamentele, segnalazioni e richieste di intervento scatenate dai residenti nei confronti dell’amministrazione comunale, del costruttore (che ne detiene ancora la gestione) e anche dell’Usl. Almeno la disinfestazione dell’area sembrava il minimo. Anche perché quello che i canaloni contengono al loro interno è uno spettacolo piuttosto imbarazzante. Un progetto mal riuscito si sa, che adesso però mette a repentaglio la salute dei cittadini, costretti a combattere da soli non solo contro la zanzara tigre.
La domanda a questo punto sorge spontanea. Chi se ne dovrebbe occupare? E soprattutto, è davvero così difficile ricoprirli con un po’ di terra, metterci due piante e rendere il passaggio pedonale, e non solo, un po’ più gradevole e sicuro per tutti? Forse l’unica ragione che trattiene tutti dal farlo è l’evidente spreco di materiali che è stato fatto, visto il costo elevato del travertino, utilizzato lungo tutto il “canale”.
Cartacce, insetti e rifiuti di ogni materiale sono un po’ brutti da vedere lungo il viale che porta all’ospedale cittadino. Allo stesso tempo non possono gli abitanti del posto rimetterci la salute per un progetto che non è stato portato a termine e sul quale tutti, ormai da troppo tempo, hanno deciso di chiudere un occhio.
Da quartiere ecologico a “giardino zoologico”? Senza alcun intervento il passo è breve.
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