Senza successo l’imputato ha cercato di evitare la condanna ”per danneggiamento di animale altrui” sostenendo, in Cassazione, che il cane da lui ”sbattuto a terra e preso a calci” non aveva riportato alcun ”danno giuridicamente apprezzabile”, e nessun ”deterioramento”.
Ma i supremi giudici hanno fatto carta straccia di questa tesi e hanno replicato che ”la sintomatologia rilevata al momento della visita da parte del veterinario era dimostrativa di un processo patologico ancora in corso, come tale integrante malattia e quindi deterioramento”. Durante la visita, il dottore aveva riscontrato ”dolorabilita’ del cane a livello del carpo sinistro e della zona mandibolare sinistra”.
La circostanza che l’animale picchiato nonostante le botte prese dal vicino continuasse a ”gradire le sue coccole”, circostanza raccolta dalla difesa del ‘picchiatore’, non e’ stata presa in nessuna considerazione dai supremi giudici.
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