Walter Veltroni ha raccontato due vicende drammatiche e parallele, quelle di Alfredino Rampi e di Roberto Peci, di fronte al silenzio di un teatro Mascagni gremito. A tratti la commozione ha preso il sopravvento, nel ricordo di due persone innocenti, vittime di un destino crudele, alla stessa ora dello stesso giorno: mentre Alfredino precipitava nel pozzo, nel tardo pomeriggio del 10 giugno, alle 19, a San Benedetto del Tronto un giovane antennista, Roberto Peci, veniva rinchiuso nel bagagliaio di una 127 e condotto in una “prigione del popolo”, dove le Brigate rosse l’avrebbero “processato” e poi ucciso per vendicarsi del fratello Patrizio, il primo pentito delle Br. Giuliano Giubilei, vicedirettore del Tg3, il sindaco Stefano Scaramelli e l’assessore al Sistema Chiusipromozione Chiara Lanari hanno stimolato con le loro domande Veltroni, arrivato a Chiusi per raccontare le vicende del suo ultimo libro, L’inizio del buio: la cronaca di due tragedie parallele, descritta con lo scrupolo di un reporter e la partecipazione emotiva di uno scrittore. E Scaramelli, introducendo l’iniziativa, ha ricordato anche un altro libro di Veltroni, La buona politica, datato 1995, che lo fece appassionare all’impegno politico: all’epoca divenne segretario della Sinistra giovanile di Chiusi, all’età di 17 anni.
Nel nuovo lavoro invece, Veltroni ha ripercorso i luoghi e intervistato protagonisti, rivelando aspetti inediti, cogliendo l’inizio di quello che sarebbe diventata la televisione: il grande occhio che trasforma la realtà in reality. A Vermicino fece per la prima volta irruzione, armata della sua potenza, nella vita vera di persone vere, annullando persino la distanza tra la dimensione pubblica e il momento della morte. Nella prigione di Roberto Peci, i brigatisti adeguarono le modalità del sequestro alle nuove regole della società della comunicazione, usando anche loro per la prima volta la telecamera, come faranno poi i terroristi di al-Qaida. È in quel giugno del 1981 che si è messa in moto l’onda nera, la coltre di buio che sempre più ci soffoca. Inevitabile il riferimento alle degenerazioni recenti, dal delitto di Cogne a quello di Avetrana, con i carnefici trasformati in star del sistema mediatico. Senza parlare del Grande fratello, dove l’unica dote ammessa è non saper fare niente, in un gioco che consiste di “nominare” delle persone, usando inganni e furbizie. Quel 10 giugno 1981 può essere davvero preso a simbolo di un sistema che, in nome degli ascolti, è sceso al livello più basso della civiltà e del buongusto. Non resta che l’indignazione e la denuncia di una parte “sana” dell’Italia, davvero in un periodo buio. Incalzato da Guliano Giubilei, Veltroni ha fatto qualche accenno sulle vicende del momento. “La legge elettorale va cambiata – ha affermato – ogni cittadino, ogni zona deve avere un suo rappresentante”. Nella serata del Mascagni, c’è stato spazio anche per un elogio dell’attuale giunta comunale, e delle attività attività culturali, dalla stagione teatrale all’intera iniziativa Libriamoci, definite da Veltroni “un lusso per una cittadina di novemila abitanti”. Sulla nuova giunta comunale, inoltre, ha apprezzato “l’impostazione di lavoro”, riferendosi a deleghe originali come il Sistema Chiusipromozione o la Qualità della vita.