Francesco Ricci e Silvio Ciappi, Anime nude

Se c’è una cosa che amo del mio lavoro di scrittore e di critico letterario è la possibilità che mi offre di dialogare con specialisti di altri settori: storici dell’arte, psichiatri, criminologi, psicologi, musicisti, antropologi, studiosi di filosofia. Quando poi alla stima reciproca e alla comune passione per la cultura, perché di autentica passione si tratta, si unisce l’amicizia, i risultati sono sempre appaganti, sia che si tratti di confrontarsi intorno a un tema o a una questione davanti al pubblico sia che si tratti di scrivere un libro. Parlo di risultati appaganti, perché grande è la gioia che mi procura ogni volta la possibilità di condividere un percorso, di studio e di lavoro, che conduce a incontrare un’altra persona, partendo da quello che è privilegio e malattia, vocazione e vizio: la letteratura. Noi uomini, infatti, e nessuno lo ha scritto meglio del poeta tedesco Holderlin, “siamo un dialogo”, un colloquio, un’apertura all’altro-da-noi, e lo scrivere versi o racconti o romanzi, se da un lato porta alla luce nella maniera più nitida tale costante del nostro essere-nel-mondo, dall’altro l’amplifica, la potenzia, la rafforza, in virtù della molteplicità di interpretazioni che si danno di uno stesso testo. E’ per questo motivo che torno sempre con piacere – proprio io che i miei libri non li rileggo mai, una volta pubblicati – a sfogliare “Anime nude. Finzioni e interpretazioni intorno a 10 poeti del Novecento”, che scrissi insieme a Silvio Ciappi ormai cinque anni fa. Perché in questo libro, un po’ saggio e un po’ racconto, tutto è dialogo, tutto parla di dialogo: quello tra me e Silvio, quello tra Silvio e l’interiorità, anche la più riposta, anche la più inquietante, di Apollinaire, di Borges, di Rilke, dell’Achmatova, quello tra me e l’idea di bellezza, di amore, di amicizia, di poesia, di Wilcock, di Kavafis, della Cvetaeva. Senza dimenticare che, nel corso di quell’anno vissuto pericolosamente dal sottoscritto e da Silvio, tra viaggi e presentazioni, ancora più decisivo fu il confrontarsi col pubblico – il dialogare col pubblico – muovendo proprio dalla lettura di “Anime nude” e giungendo a dare voce, ognuno a modo suo, a quello che è il possibile senso, o nonsenso, delle nostre esistenze randagie e preziose. Quello che segue, tratto dal capitolo “Modì Mon Amour”, è il monologo che Silvio Ciappi ha immaginato che pronunciasse Anna Achmatova”, ripensando al pittore livornese Amedeo Modigliani, da lei conosciuto a Parigi.

“Ti ricordi Montparnasse? Era il 1910 ed era Parigi con il suo Salon d’Automne. Ti ricordi Igor, il suo vortice, le sue ebbre note? C’erano Picasso, Ida Rubinstein, i balletts Russes, i bistrot. C’era tutta l’eleganza di quella ragazze con le loro jupes-culottes, c’era anche l’allora sconosciuto Charlie Chaplin e poi c’erano Stravinskj, Chagall, Matisse. Tu ricordi la Taverne du Pantheon? Siamo nati entrambi con il profumo del mare addosso, tu a Livorno, io a Odessa, caro signor Modigliani. Io sono sempre stata una mezza strega, una chiaroveggente. D’altronde, sono nata il 23 giugno nella notte di San Giovanni, cha da noi in Russia è chiamata la notte di Ivan Kupala’, la notte incantata delle streghe. O, meglio, io sono una “rusalka”, una divinità femminile, una dea dei fiumi, una ninfa e quindi porto l’acqua dentro di me, nuoto nei ruscelli sottile e flessuosa, proprio come una “rusalka” (così dicevano di me e mi viene ancora da ridere). Si racconta che fossi di una aristocratica bellezza. Per me la bellezza, e non parlo solo di quella fisica, era l’unico modo di sentire la vita. La bellezza era dentro e fuori di me. Non ho mai considerato il mondo come uno spigolo acuto o, almeno per un certo tempo della mia vita, la bellezza era il mondo che avevo fuori e dentro di me. E anche tu eri bellissimo, affascinante e anche un po’ chiaroveggente, sì, anche tu, con la tua giacca di velluto alla maremmana e il foulard rosso”.

Francesco Ricci-Silvio Ciappi, Anime nude, Polistampa, Firenze, 2011.

 

a cura di Francesco Ricci

Katiuscia Vaselli

Nata nel cuore di Siena, giornalista e contradaiola fervente. Ora Capo-redattorice di Siena News e Presidentessa di Dinamo Digitale.

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Katiuscia Vaselli

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