C’è una combinazione straordinaria, di cui forse pochi si sono accorti:
a) la Toscana è la regione italiana che ha la più vasta superficie a bosco (1 milione e 151mila ettari) e che il 10% dell’intero territorio (227 mila ettari) si trova all’interno di aree naturali protette, fra parchi nazionali e regionali, riserve protette e aree naturali di interesse locale;
b) con 102 milioni di visitatori nel 2014 nei parchi italiani e un fatturato che sfiora i 12 miliardi di euro, il turismo-natura cresce a ritmi molto sostenuti.
Una grande opportunità per tutti, quindi, ma soprattutto per la provincia di Siena, che per prima – già vent’anni fa – aveva realizzato una mappa dettagliata e capillare di sentieristica con oltre 750 chilometri da percorrere a piedi, in bici o a cavallo, che raggiungeva ogni territorio (riscoprendo anche antiche vie, piste secolari, strade usate per lavoro) e aveva il Museo del Bosco di Orgia come punto di riferimento a livello didattico.
Un vero e proprio sistema naturalistico-culturale-turistico che veniva coordinato dalla Apt in collaborazione con il Club Alpino Italiano per la manutenzione e che adesso rischia di andare perduto, dopo essere stata una delle eccellenze delle Terre di Siena: un logo e un progetto che – non mi stancherò mai di ribadirlo – va salvaguardato e proseguito, con formule innovative ed efficaci.
Il punto è proprio quello della manutenzione: in mancanza di una cura costante dei sentieri, il bosco riprende rapidamente il sopravvento e chi si avventura (è proprio il caso di dirlo) lungo i sentieri, magari seguendo le indicazioni di vernice bianca e rossa che sono ancora visibili, rischia di trovarsi di fronte ad un “muro” di vegetazione impenetrabile e non avere altra scelta che tornare indietro, spesso con notevoli disagi.
Proprio il sito http://www.terresiena.it/it/trekking/1553-terre-di-siena-a-piedi segnala quelli più sicuri, affascinanti e suggestivi: la Transumanza (tornata di gran moda proprio in questi giorni), le Grance del Santa Maria della Scala (fondamentale collegamento per qualsiasi futuro si voglia dare all’antico spedale) la Bonifica in Valdichiana (con i due bellissimi laghi di Chiusi e Montepulciano) e soprattutto i quattro sentieri del Monte Amiata, dove naturalmente il bosco esprime il meglio di sé, fra castagni, faggete, sorgenti d’acqua e la suggestione tutta particolare dei vulcani spenti…
Roberto Guiggiani
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