Castellina in Chianti, salve le ‘viti maritate’

E’ un passato non troppo lontano nel tempo, eppure sul territorio se ne stanno perdendo le tracce. Prima dei vigneti specializzati, nel periodo mezzadrile, era abbastanza facile trovare nel Chianti un tipo di vigneto che oggi viene mantenuto solo in rari casi da ostinati contadini e vignaioli attenti alla storia agricola del territorio. Si tratta della cosiddetta vigna maritata, in cui la vite veniva fatta arrampicare sui tronchi degli alberi. Si risparmiava così non solo l’attrezzatura, ma anche la fatica per la realizzazione del filare. Il marito prediletto della vite era l’acero campestre, ma poteva anche sposarsi con la ginestra, il salice o l’ulivo. Questo tipo di coltivazione, che ovviamente garantiva una produzione viticola molto più bassa di quella che oggi si produce con il vigneto specializzato, era parte integrante della coltivazione promiscua, dove convivevano diverse colture. Così, accanto a strisce di terreno dedicate al grano e ad altri vegetali, si faceva crescere la vigna e degli alberi tutori, alla cui ombra pascolavano piccoli animali da cortile o le pecore, lasciate libere dopo la mietitura o la raccolta delle colture agricole. Una pratica così diffusa nel Centro Italia da svolgere un grande ruolo nella formazione del suo paesaggio rurale.
Oggi, un vigneto storico costituito da viti maritate, a Castellina in Chianti, è stato ‘salvato’ grazie ai diritti di impianto e reimpianto della riserva regionale. Si tratta di un vigneto di 5 ettari nel cuore più antico del territorio del Chianti Classico. L’azienda, complessivamente, si estende su una quarantina di ettari, metà dei quali occupati da bosco, e i restanti suddivisi fra vigneti e oliveti, con al centro il casolare e la cantina.
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Il vigneto che sarebbe stato dismesso e che invece resterà così come è per almeno altri 10 anni è localizzato in una zona a vincolo paesaggistico e caratterizzata dai tipici terrazzamenti. Al proprietario, che manterrà intatto questo vigneto storico, sono stati concessi in cambio diritti della riserva regionale di impianto per un appezzamento equivalente.
Saranno un po’ più di 54 ettari i diritti di impianto e reimpianto vigneti che la Regione Toscana mette a disposizione dei viticoltori toscani in questo ultimo scorcio di 2015. I diritti avranno un costo di 1500 euro ad ettaro e saranno disponibili per tutti quei viticoltori che erano già inseriti nelle graduatorie delle province e della città metropolitana di Firenze ed erano rimasti insoddisfatti rispetto a precedenti assegnazioni per mancanza di superfice. In totale sono quasi 171 ettari i diritti di impianto e reimpianto appartenenti alla riserva regionale che sono steti messi sul mercato nei mesi scorsi dalla Regione. Ora una nuova delibera della giunta regionale autorizza l’immissione sul mercato di questi 54 ettari in modo da azzerare la riserva regionale in prossimità dell’entrata in vigore del nuovo sistema delle autorizzazioni, che sostituirà il regime dei diritti.Alberello

Katiuscia Vaselli